L’Istat alza la stima del tasso di inflazione a febbraio, che si attesta al +1,6%, il livello più alto da 4 anni a questa parte.
Con l’inflazione a questo livello, in termini annui, le ricadute sui prezzi ammonteranno a +474 Euro annui a famiglia.
Preoccupa particolarmente la crescita del carrello della spesa, vale a dire i prodotti con maggiore frequenza di acquisto da parte delle famiglie: il tasso sale del +3,1%, pari ad un aggravio di +173,60 Euro annui a famiglia.
Come già affermato nelle stime preliminari, ad incidere su questa impennata contribuiscono gli aumenti dell’ortofrutta che abbiamo denunciato nei primi mesi dell’anno (non a caso il prezzo dei vegetali freschi aumenta del +37,2%).
Aiutano l’aumento dei prezzi anche i rincari delle autostrade e dei carburanti, che, non dimentichiamo, pesano in maniera determinante sui prezzi dei beni di consumo, che sono trasportati per l’86% su gomma.
Alla luce di tali aggravi appare evidente che è urgente un provvedimento del Governo teso a risollevare la domanda interna.
Lo dimostrano i dati sull’andamento delle vendite, che nonostante un timido accenno di incremento a gennaio, registrano comunque un andamento in calo rispetto a gennaio 2016, sia in valore, sia in volume.
In tale quadro, l’aumento dei prezzi senza un reale incremento del potere di acquisto si traduce in un peggioramento delle condizioni delle famiglie e, di conseguenza, dell’intero sistema economico.
Come abbiamo già sottolineato è fondamentale, in questo momento, agire con determinazione per allontanare lo spettro della stagflazione. La produzione industriale a gennaio 2017 è diminuita del 2,3% rispetto allo stesso mese del 2016, l’inflazione invece è tornata a correre, addirittura superando la crescita stimata.
“Le misure di contrasto della povertà delineate dal Governo non sono sufficienti ad arginare una situazione simile: è necessario agire sul versante della disoccupazione, avviando investimenti per la crescita e, al contempo, realizzare un monitoraggio dei prezzi.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Soprattutto è bene che il governo tenga a mente che, in una situazione simile, anche solo l’ipotesi di un aumento dell’IVA avrebbe un impatto devastante sulla nostra economia. Il nostro Osservatorio Nazionale ha calcolato, infatti, che a regime, se dovessero scattare gli incrementi previsti dalle clausole di salvaguardia, le ricadute a regime sarebbero di +782 Euro annui a famiglia.