In Comunicati, Politica Economica, Prezzi e Tariffe

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha annunciato di aver dato mandato al Garante per la sorveglianza dei prezzi di avviare una stretta collaborazione con le Regioni per il monitoraggio.

Una notizia senz’altro positiva, ma non è ancora abbastanza. Infatti, noi siamo convinti che per scovare irregolarità e fenomeni speculativi serva un monitoraggio più capillare, che deve avvenire a livello almeno provinciale.

“Più si alza il livello di prossimità delle rilevazioni, più il monitoraggio sarà attento e preciso nel rilevare dinamiche dei prezzi poco chiare.” – afferma Michele Carrus, Presidente Federconsumatori che partecipa alla Commissione di allerta rapida.

La nostra proposta chiede, in tal senso, di coinvolgere le prefetture nel monitoraggio, da condurre con la collaborazione con le Associazioni dei Consumatori riconosciute, attraverso strumenti digitali avanzati di rilevazione dei prezzi di un paniere di prodotti fondamentali, per trasmettere tempestivamente i dati e attivare interventi, appunto, rapidi, come richiama il nome e la finalità della commissione e come richiede la situazione.

Apprezziamo l’intervento del Ministro teso al contrasto all’inflazione e al caro prezzi, ma chiediamo un maggiore impegno, soprattutto alla luce degli aumenti incredibili registrati nel corso dell’ultimo anno: dal monitoraggio dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori dei prezzi di un paniere di 30 prodotti fondamentali emerge, infatti, un aumento medio del 14% (in termini tendenziali) a fronte di un tasso di inflazione del 7,6% a maggio.

Per molte famiglie la situazione è divenuta insostenibile, costringendole a pesanti tagli di spesa e rinunce. Tale andamento inizia ad avere ripercussioni che si faranno sempre più pesanti sull’intero sistema economico, se non si deciderà di imprimere un cambio di rotta importante e deciso. Un rilevante segnale in tal senso dovrebbe prevedere, da un lato, il sostegno ai rinnovi contrattuali con una detassazione dei salari e il taglio del cuneo fiscale, che dovrebbe divenire strutturale; dall’altro un aumento della tassazione sugli extraprofitti delle aziende, che hanno ricavato margini enormi negli ultimi anni e che in molti casi continuano a mantenere prezzi eccessivamente alti per pura avidità, per indirizzare tali fondi a sostegno delle famiglie.

Prezzi: bene l’avvio dei monitoraggi, ma che siano più capillari. I beni primari aumentano del 14%, il doppio dell’inflazione.

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