Apprendiamo dalla stampa gli annunci governativi del raggiungimento dell’accordo con le imprese della distribuzione e dell’industria sul patto anti-inflazione. Tardano a pervenire, però, delucidazioni sui contenuti per comprendere la reale efficacia di tale accordo che, così come si sta delineando, sembra più una dichiarazione di intenti e, soprattutto, uno spot promozionale per Governo e aziende, che una reale misura di contrasto ai rincari.
Rincari che non si sono mai fermati e che, in questo autunno, potrebbero raggiungere picchi elevatissimi: l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha stimato, infatti, per questo autunno, una stangata di 2.924,70 euro a famiglia, tra materiale scolastico, caro bollette, riscaldamento e rifiuti.
Alla luce di tale allarme, Federconsumatori, al fianco delle Associazioni dei Consumatori che fanno parte del Comitato di allerta rapida sui prezzi, ha chiesto un incontro urgente ai vertici del CNCU, con la partecipazione di Mr. Prezzi e del Ministro, per discutere e proporre iniziative più efficaci per contrastare il carovita.
“Riteniamo necessario, in tal senso, realizzare la nostra proposta per un piano operativo, realmente in grado di aiutare i cittadini e contrastare i rincari – afferma Michele Carrus, Presidente Federconsumatori. – Piano che prevede la costituzione di Osservatori territoriali, coordinati da Mr. Prezzi, in grado di rilevare rapidamente la dinamica dei prezzi al consumo su un paniere definito di beni e servizi, individuando il prezzo più basso praticato nei differenti canali di vendita, nel bacino di riferimento, e rendendolo noto ai consumatori, attraverso idonei mezzi pubblicitari e un’app dedicata.”
Le misure finora messe in campo dal Governo non nono state sufficienti a sostenere il potere di acquisto delle famiglie: per questo è indispensabile ripristinare la sterilizzazione degli oneri di sistema sulle bollette dell’energia elettrica e il taglio delle accise, troppo prematuramente smantellati. Inoltre, è necessario prevedere una rimodulazione delle aliquote Iva sui beni essenziali (che secondo le stime del nostro Osservatorio consentirebbe di risparmiare oltre 500 euro annui a famiglia), nonché disporre misure di sostegno più forti a favore dei soggetti sociali più deboli, che invece sono state ridimensionate, e un giusto adeguamento degli stipendi e delle pensioni, per preservarli dalla forte erosione del potere di acquisto che i redditi fissi continuano a subire a causa dei rincari e delle speculazioni.