L’Istat ha appena pubblicato i dati relativi all’andamento dell’inflazione, che a dicembre è in crescita del +0,5%. Il cosiddetto “carrello della spesa”, che include i prodotti a maggiore frequenza di acquisto, segna un incremento del +,0,8% su base annua. Queste percentuali si traducono in aggravi di +148 euro annui per una famiglia tipo, di cui 46 euro solo nel settore alimentare.
Lo stesso Istituto di Statistica ha inoltre riscontrato che nel terzo trimestre 2019 la spesa per i consumi si è rivelata più alta rispetto al reddito disponibile. Una rilevazione che purtroppo non ci sorprende, visto che si tratta di un andamento che segnaliamo da tempo: già nel report su redditi e consumi realizzato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori abbiamo evidenziato che nel quinquennio 2013-2018 il reddito medio è cresciuto del +4,4% (3,8% al netto dell’inflazione) a fronte di un aumento della spesa del +6,4%. Ciò significa che il potere di acquisto continua a ridursi e che diventa quindi sempre più difficile sostenere le spese quotidiane.
Alla luce di tali dati è evidente l’urgenza di misure finalizzate al rilancio della domanda interna, in particolare rendendo più incisivo il taglio del cuneo fiscale. E’ altrettanto urgente, inoltre mettere in atto un piano che restituisca vitalità all’occupazione, investendo in ricerca, innovazione e sviluppo.