L’Istat rivela oggi la nota mensile sull’andamento dell’economia italiana segnalando come i dati congiunturali, nonostante alcuni segnali positivi, descrivano una fase di debolezza del sistema economico.
In questo contesto i segnali allarmanti non sono pochi: la disoccupazione torna ad aumentare, il reddito disponibile lordo delle famiglie diminuisce, l’inflazione aumenta seppure in maniera meno accelerata, la fiducia dei consumatori diminuisce.
Un quadro costellato di criticità, in cui il le misure di carattere assistenziale quali il reddito di cittadinanza risultano del tutto insufficienti e marginali.
Per far ripartire il nostro sistema economico c’è bisogno di ben altro: sono necessari investimenti per lo sviluppo, la crescita, la ricerca, la modernizzazione delle infrastrutture. Tutte misure che agirebbero positivamente sul mercato del lavoro, creando nuova occupazione e dando un impulso positivo alla crescita attraverso la ripresa della domanda interna.
Per questo da tempo sosteniamo la necessità di un piano straordinario di investimenti che vada in questa direzione, di cui il Dl Crescita sembra solo una timida prefazione.
Un piano incisivo e capace di determinare una vera inversione di rotta si rende ancora più urgente alla luce dei rischi di ribasso segnati dall’andamento dell’economia internazionale, che vede il processo di Brexit ancora incompiuto.