L’indicatore anticipatore sull’andamento dell’economia italiana elaborato dall’Istat ha segnato a maggio “un’ulteriore diminuzione seppure di minore entità rispetto al mese precedente, suggerendo la persistenza di uno scenario di moderazione dei livelli di attività economica”.
In altre parole si registra un forte rallentamento sul fronte della crescita, andamento che conferma come il nostro sistema economico si trovi ancora in una fase stagnante ed incerta, che l’avvio di una procedura di infrazione non potrebbero che peggiorare.
È evidente che per far ripartire il nostro sistema economico e sottrarlo così alla minaccia di speculazioni sui mercati internazionali è necessario intervenire con urgenza investendo sullo sviluppo e sulla crescita.
Tutte misure assenti nei piani del Governo che punta, invece, su misure di carattere assistenzialistico e su provvedimenti da “consenso immediato”.
È giunto il momento di agire con responsabilità, avviando le misure veramente utili per una vera e duratura ripresa, a partire da un serio piano di investimenti destinati allo sviluppo tecnologico, alla ricerca, alla modernizzazione e alla realizzazione delle infrastrutture.
Un piano necessario a far ripartire il mercato del lavoro, risollevando le condizioni delle famiglie e, con esse, l’intero sistema economico.
Non dimentichiamo, inoltre, che incombe la minaccia dell’aumento dell’IVA, con la prospettiva di ricadute di 831 Euro annui a famiglia: una misura che deve essere evitata in ogni modo, in quanto riporterebbe conseguenze drammatiche per il Paese.