Nessuna manipolazione del mercato, nessun falso in bilancio, nessun prospetto falsificato e nessun ostacolo all’autorità di vigilanza da parte dei manager del Montepaschi per coprire le perdite registrate dalla banca tra il 2008 e il 2012 a seguito dell’acquisizione di Antonveneta.
Questa la curiosa decisione della Corte di Appello di Milano, che, tra non sussistenza dei fatti e prescrizioni, ha assolto tutti gli imputati nel processo sul caso banca Monte dei paschi di Siena (tra i quali l’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, l’ex dg Antonio Vigni, le banche Deutsche Bank AG e Nomura).
La sentenza ribalta le condanne in primo grado inflitte a fine 2019, quando il Tribunale di Milano aveva riconosciuto la scorrettezza della condotta delle banche che, di fatto, avevano falsato le notizie relative al reale “stato di salute” della banca, inducendo molti risparmiatori ad acquistare le azioni ad un prezzo non corrispondente al loro reale valore, impedendo inoltre agli stessi di disfarsene in tempo utile, prima che il valore delle azioni crollasse.
Con il pronunciamento di ieri sono state revocate le confische agli enti per un totale di circa 150 milioni di euro.
L’esito del processo è estremamente deludente per i risparmiatori, che confidavano di vedere riconosciute le proprie ragioni e di poter ottenere, tutti, i risarcimenti per le operazioni condotte dalla banca. Invece, oltre al danno, ora si aggiunge la beffa: i risparmiatori che avevano ottenuto dei risarcimenti a seguito della sentenza di primo grado dovranno restituire gli importi riconosciuti e pagare pro quota le spese del giudizio.
La Federconsumatori, parte civile al processo, giudica insolita questa decisione, così distante da quella assunta in primo grado. In questo modo il punto di vista dei risparmiatori torna in secondo piano, relegandoli ad un’inesorabile condanna alla disparità informativa e all’impossibilità di valutare il reale rischio delle proprie operazioni finanziarie.
“Questo non fa altro che minare ulteriormente la fiducia verso il sistema bancario e le attività finanziarie regolate, spingendoli verso mercati nuovi e ancora più rischiosi come quelli delle criptovalute” afferma Michele Carrus, Presidente di Federconsumatori.
“Attendiamo di leggere le motivazioni dettagliate della sentenza e sulla base di queste decideremo come procedere, senza escludere un ricorso contro tale pronunciamento.”
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