In Comunicati, Politica Economica

Il tasso di disoccupazione a marzo risale all’11,7%, con un incremento di 0,1 punti rispetto a febbraio.

Scende, invece, il tasso di disoccupazione giovanile, che si attesta al 34,1%.

“I dati diffusi oggi dall’Istat testimoniano la condizione di forte criticità che ancora investe il mercato occupazionale e l’intera economia italiana.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

Nonostante il live calo, la disoccupazione giovanile si trova ancora su livelli insostenibili.

Non dimentichiamo che, la vera forma di welfare che sostiene i redditi dei giovani disoccupati sono le famiglie, con un onere che l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato pari a circa 450 Euro al mese.

È evidente, quindi, come la mancanza di lavoro incida in maniera determinante sull’intero andamento economico. Intervenire su tale versante è prioritario e indispensabile per dare una vera svolta all’intero sistema economico, aprendo una nuova fase di sviluppo e di crescita.

Il nostro Osservatorio ha calcolato che, se il tasso di disoccupazione si attestasse ai livelli pre-crisi, quindi ad un 6% (che comunque a nostro parere è ancora eccessivo), il potere di acquisto delle famiglie registrerebbe un incremento di circa +40 miliardi di Euro l'anno. Un simile incremento della capacità di acquisto delle famiglie sarebbe in grado di rimettere in moto la domanda interna, risollevando in tal modo la produzione, innescando un meccanismo virtuoso che riporterebbe effetti benefici sull’occupazione stessa.

Per questo torniamo a ripetere che il Lavoro è la priorità del Paese, il nodo centrale su cui intervenire per superare difficoltà e crisi che da troppo tempo attanagliano la nostra economia. Un passo che il Governo deve compiere specialmente in una fase come quella attuale, in cui si registra un’impennata dell’inflazione, non dovuta ad un incremento della domanda, bensì ad un aumento ingiustificato delle tariffe.

È necessario, quindi, l’avvio di un Piano Straordinario per il Lavoro, che preveda lo stanziamento di investimenti per la ricerca, lo sviluppo tecnologico, la messa in sicurezza e la modernizzazione delle infrastrutture.

Al fianco di tale piano è indispensabile stroncare definitivamente l’ipotesi di aumento dell’IVA, che, anche alla luce delle nuove rimodulazioni, determinerebbe ricadute insostenibili per le famiglie, pari a circa +609 Euro annui. 

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