Le rilevazioni Istat relative alle retribuzioni contrattuali orarie nel mese di luglio fotografano ancora una volta un quadro economico in cui l'immobilismo è il principale protagonista. Le retribuzioni sono infatti pressoché ferme su base mensile (+0,01%) e si registra infatti un debole rialzo del +1,2% su base annua che appare ben poca cosa se messo a confronto con il crollo del potere di acquisto che le famiglie hanno subito in questi anni (-13,4% dal 2008 ad oggi).
La contrazione dei consumi, che solo nel triennio 2012-2013-2014 sono crollati del -10,7% (per una contrazione complessiva della spesa di circa 78 miliardi di Euro), dimostra come la crisi gravi ancora sul nostro sistema economico. Purtroppo non ci sono ancora concreti segnali di ripresa.
"Non c'è più tempo per discutere, è ora di agire: il Governo deve attuare in tempi brevi misure che consentano al Paese di ripartire. E' indispensabile rilanciare degli investimenti per la ricerca e lo sviluppo, stanziare adeguati fondi per la modernizzazione e la messa in sicurezza degli edifici pubblici e valorizzare l'offerta turistica" – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Naturalmente in questo quadro il rilancio dell'occupazione deve rappresentare una priorità. La difficoltà a trovare un impiego, soprattutto per i giovani, pesa infatti in misura determinante sui bilanci delle famiglie e sulle loro scelte economiche. Sono infatti genitori e nonni a sostenere economicamente i ragazzi in cerca di un'occupazione, con un peso di circa 400-500 Euro al mese.