Scende in maniera impercettibile ed insignificante il tasso di disoccupazione, passando dall'11,6% all'11,4% (livelli sempre e comunque estremamente allarmanti).
Quello che veramente è impressionante è il dato relativo alla disoccupazione giovanile che risale di ben 2 punti percentuali, tornando al 39,2%.
Ancora più preoccupante è la svista dell'Istituto di Statistica che non sottolinea in maniera evidente e eclatante questo dato nel comunicato che accompagna la presentazione del rapporto.
"Non è non dando la giusta rilevanza a tali dati che si aiuta il Paese a venir fuori da questa allarmante situazione di stallo. È ora di riaprire gli occhi sulla realtà e di richiamare alla responsabilità il Governo ed il Parlamento intero." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
La disoccupazione non fa altro che alimentare la crisi che, nonostante i ripetuti e continui tentativi di dissimulazione, ancora affligge in maniera pesante l'intera economia, dai consumi alla produzione.
Non è certo l'eccessivamente enfatizzato aumento del fatturato del settore dei servizi, pari all'1%, (che ovviamente comprende non solo la quantità ma anche gli incrementi tariffari), che può dare il segno della ripresa.
Per questo è urgente avviare un piano di investimenti pubblici in cui convogliare ogni risorsa, senza disperdere nemmeno un Euro in rivoli e "provvedimentini" del tutto inefficaci.
Un Piano Straordinario per il Lavoro, ormai improrogabile, che punti sugli investimenti per la crescita, la modernizzazione, la messa in sicurezza antisismica , l'innovazione e la ricerca per rimettere in moto il Paese e dare nuove prospettive ai cittadini, soprattutto ai giovani.
Per capire quanto sia fondamentale intervenire sul lavoro, vera priorità del nostro Paese, basta citare lo studio effettuato dal nostro O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che ha calcolato inoltre che, se la disoccupazione tornasse a valori intorno al 6% (livello pre-crisi, ancora eccessivo a nostro parere), la capacità di acquisto delle famiglie aumenterebbe di circa +40 miliardi di Euro l'anno.