I dati odierni diffusi dall’Istat delineano un quadro che, seppure in lieve miglioramento, rimane estremamente allarmante.
Una persona su quattro è a rischio di povertà o esclusione sociale. Nel dettaglio rimane pressoché stabile al 20,3% la percentuale di individui a rischio di povertà, mentre diminuiscono i soggetti che vivono in famiglie gravemente deprivate (dal 12,1% al 10,1%).
Permangono forti disuguaglianze all’interno del Paese: le famiglie più benestanti hanno un reddito superiore di 5,9 volte quelli più poveri, mentre prima era superiore di 6,3 volte.
Rimane il fatto che l’Italia è ancora molto lontana dall’obiettivo Ue2020 su rischio povertà e che questo lieve ridimensionamento incide in minima parta sulla ancora ampissima forbice relativa alla disparità dei redditi nel nostro Paese, in cui l’1% della popolazione benestante detiene il oltre il 14% della ricchezza.
Questi timidi segnali in direzione di un miglioramento (forse imputabili al REI della passata legislatura?), richiedono però attenzione e responsabilità. Una tendenza che deve essere incoraggiata e sostenuta attraverso le misure adeguate, di cui non ci pare di vedere alcuna traccia nella legge di Bilancio.
Anzi, al contrario, i fondi di investimento per lo sviluppo, la ricerca e l’innovazione, necessari al rilancio della nostra economia e del mercato occupazionale risultano pressoché inesistenti.
Assistiamo, inoltre, ad una pericolosa deriva di stampo razzista, in cui si tende sempre di più a fare differenza tra famiglie in difficoltà italiane e straniere. È di oggi, infatti, la notizia dell’esclusione delle famiglie extracomunitarie dall’accesso alla carta sconti, discriminazione introdotta da un emendamento della Lega approvata in Commissione Bilancio alla Camera. Una disparità inaccettabile, in cui intravediamo i termini di incostituzionalità. L’art. 3 della Costituzione Italiana afferma, infatti, che: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Il provvedimento approvato ieri stravolge del tutto tale principio, mettendo a rischio i valori su cui si basa la nostra democrazia.
Per questo chiediamo al Governo di stralciare tale emendamento: se si vogliono aiutare davvero i cittadini, bisogna trovare le coperture necessarie per offrire un sostegno a tutti coloro che ne hanno bisogno, agendo contro abusi ed evasori e stanziando i dovuti investimenti per la crescita dell’occupazione. Mascherarsi dietro a discriminazioni di stampo razzista, incitando l’odio tra i cittadini, oltre che molto rischioso sul piano sociale, rappresenta un facile escamotage per non ammettere di non riuscire a trovare le necessarie coperture per garantire a tutti i diritti di cui dovrebbero godere.