I dati sulla povertà assoluta nel 2018 diffusi oggi dall’Istat rivelano una situazione decisamente preoccupante.
La situazione, che vede oltre 1,8 milioni di famiglie in condizioni di povertà assoluta, si attesta sui livelli massimi dal 2005.
Il fatto che si sia arrestata, dopo tre anni, la crescita del numero e della quota delle famiglie in povertà assoluta rappresenta una ben magra consolazione: la vera notizia positiva sarebbe assistere ad una retrocessione della povertà.
Desta forte allarme, inoltre, il quadro relativo al Mezzogiorno, dove la percentuale delle famiglie che si trovano in povertà assoluta sale al 10%, contro il 5,8% del Nord e il 5,3% del Centro.
Questo andamento fa crescere in maniera insopportabile le già forti disuguaglianze presenti nella nostra società e nel nostro Paese, aprendo spaccature che sarà sempre più difficile rimarginare.
L’andamento rilevato dall’Istat dimostra quanto siano necessarie e urgenti misure di carattere strutturale, in grado di far crescere il lavoro stabile, le garanzie, i redditi, la domanda interna e, per questa via, la produzione industriale. Le misure palliative adottate finora dal Governo non sono affatto sufficienti, c’è bisogno di investimenti per la crescita e lo sviluppo, di misure improntate al rilancio, per aprire un nuovo spiraglio di ripresa e risollevare, così, le condizioni delle famiglie.