Secondo le sime preliminari di dicembre diffuse dall’Istat, l’inflazione si attesta al +11,6% su base annua. “Nel 2022 – afferma l’Istituto di statistica – i prezzi al consumo registrano una crescita in media d’anno di +8,1%, segnando l’aumento più ampio dal 1985.”
Si tratta di un aumento che incide notevolmente sulle tasche dei cittadini: se il tasso di inflazione si conferma a questo livello, le ricadute in termini annui per ogni famiglia sarà di 3.456,80 euro.
Preoccupa la crescita dei costi non solo in campo energetico, ma anche in campo alimentare: settori vitali, in cui già le famiglie stanno operando tagli importanti.
L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha rilevato modifiche nelle abitudini delle famiglie: dal calo del consumo di carne e pesce del -16,8% (settori in cui si nota anche uno spostamento verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati), alla riduzione del consumo di frutta e verdura (che riguarda il 12,9% dei cittadini), al ricorso sempre più assiduo a offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 46% dei cittadini).
In tale contesto il Natale ha rappresentato una breve parentesi, indicativa, comunque, di come le famiglie stiamo rinunciando al superfluo, riducendo all’essenziale i propri consumi.
I dati odierni, seppur aprano importanti spiragli in direzione dell’avvio di una fase discendente per il tasso di inflazione, dimostrano quanto sia ancora urgente e necessario un intervento più incisivo del Governo per sostenere le famiglie, specialmente quelle meno abbienti, che, non lo dimentichiamo, sono le più penalizzate dal livello elevato del tasso di inflazione.
Ci aspettiamo che il Governo prenda seri provvedimenti di contrasto ai fenomeni speculativi, nonché che metta in atto misure utili a sostenere il peso delle bollette e del caro-carburanti, a partire dalla sospensione dei distacchi per morosità, dalla previsione di una garanzia per la rateizzazione lunga delle bollette, dalla costituzione di un Fondo contro la povertà energetica e dall’estensione dello sconto sulle accise dei carburanti.
È improrogabile, inoltre, una profonda revisione e riforma delle aliquote IVA, che preveda una sterilizzazione ed un contenimento su tutti i beni primari: secondo le nostre stime si risparmierebbero, in tal modo, 531,57 euro annui a famiglia.