L’Istat ha pubblicato i dati sulla fiducia dei consumatori che, dopo la flessione riscontrata nelle precedenti rilevazioni, fa registrare una lievissima crescita, passando da 117,5 a 117,7.
Una variazione quasi impercettibile, che conferma la prosecuzione di una serie di continue oscillazioni del dato, che testimoniano la persistente instabilità che caratterizza lo stato d’animo dei cittadini, ancora fortemente preoccupati per una condizione economica, sanitaria e sociale a dir poco difficile.
Il sistema economico e il Paese intero continuano a subire le conseguenze della pandemia e le famiglie devono affrontare gravi disagi, in un contesto incerto e in continua evoluzione. Ad aggravare ulteriormente la situazione si aggiungono poi i continui rincari: i dati dell’inflazione a novembre segnano un aumento del +3,7%, con aggravi di quasi 552 euro a famiglia solo per i beni primari, come alimentari, energia elettrica, gas e carburanti.
Appaiono fuori contesto, in tale situazione, le incitazioni all’ottimismo e le celebrazioni che dipingono un sistema economico in forte ripresa, che si è lasciato alle spalle crisi e difficoltà.
È ora di ascoltare le forti pressioni che vengono dalle forze sociali, che invitano ad una manovra fiscale più equa, che avvantaggi in misura maggiore i cittadini che appartengono alle fasce meno abbienti, a tutti coloro che hanno pagato il prezzo più alto della crisi conseguente della pandemia.
Inoltre è fondamentale avviare piani di rilancio dell’occupazione, programmi strategici per la modernizzazione delle infrastrutture e l’innovazione e interventi di contrasto alla crescente povertà, anche in campo energetico.