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I dati odierni sulla povertà delle famiglie italiane rivelano un quadro desolante.

Nel 2023, infatti, secondo il Report sulla povertà nel 2023 diffuso dall’Istat sono oltre 2,2 milioni le famiglie in condizione di povertà assoluta, l’8,4% sul totale delle famiglie residenti (valore è stabile rispetto al 2022). Stabile anche il dato relativo alla povertà, che interessa circa 5,7 milioni di individui, il 9,7% sul totale degli individui residenti. Anche la “povertà relativa” familiare, pari al 10,6%, si attesta sugli stessi livelli dello scorso anno.

Non consola affatto che il dato sia stabile rispetto al 2022: si tratta di cifre allarmanti, enormi, che fotografano una situazione di disagio radicata.

Il nostro Osservatorio Nazionale continua a registrare sacrifici e rinunce sul fronte dei consumi: con una riduzione del consumo di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); una ricerca sempre più assidua di offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 49% dei cittadini); un aumento degli acquisti presso i discount (+11,9%). A questo si aggiunge la rinuncia alle cure: secondo il recente rapporto dalla Fondazione Gimbe sono 4,5 milioni gli italiani costretti a tale rinuncia, di questi circa 2,5 milioni rinunciano per motivi economici.

Problemi che riguardano fasce sempre più ampie della popolazione, a testimonianza dell’impoverimento dei ceti medi e del dilagare del fenomeno del lavoro povero.

Ci troviamo in un Paese disuguale, ma la priorità del Governo non sembra affatto essere orientata a ridurre o eliminare queste disuguaglianze.

La manovra finanziaria ne è l’ennesima conferma. Sebbene la resa strutturale del taglio del cuneo fiscale rappresenti una nota positiva, ci saremmo aspettati misure più incisive, a partire da una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi e non quelli più elevati. Una manovra capace di intaccare gli extraprofitti, disponendo una tassazione adeguata e non un anticipo di liquidità, e di intensificare seriamente la lotta all’evasione e all’elusione fiscale.

Istat: i dati sulla povertà fotografano una situazione sempre più radicata. Mancano, a partire dalla manovra, misure incisive per contrastare le disuguaglianze.

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