Giungono dall'Istat dati incoraggianti sul fronte dell'inflazione: siamo fuoriusciti dalla grave sequenza deflazionistica che ha caratterizzato gli ultimi mesi.
A maggio l'inflazione segna un +0,1%.
Il segno positivo arriva dopo 4 mesi consecutivi di valori negativi.
L'inflazione acquisita per il 2015 è pari a al +0,1%.
Timidi, ma ancora insufficienti, segnali positivi, che richiedono però uno sforzo concreto affinché siano supportati da un'adeguata politica economica di rilancio.
È necessario, infatti, che l'andamento del potere di acquisto torni a seguire la nuova fase dell'inflazione.
Quest'ultimo dal 2008 ad oggi è diminuito del -13,4%. Non può essere ridotto ulteriormente: le conseguenze sul fronte della domanda interna sarebbero drammatiche e comporterebbero un ulteriore peggioramento delle condizioni delle famiglie, nonché una crisi più forte sul fronte della produzione.
Per questo è necessario agire in direzione della redistribuzione dei redditi delle famiglie, attraverso il rilancio dell'occupazione.
Un rilancio che sia strutturale e continuativo, da realizzare attraverso:
– il rilancio degli investimenti per la ricerca e lo sviluppo (in primis per la banda larga),
– lo stanziamento dei fondi per la modernizzazione e la messa in sicurezza degli edifici pubblici (a partire da scuole ed ospedali),
– l'avvio di un serio piano per la valorizzazione dell'offerta turistica nel nostro Paese, in special modo in vista del periodo estivo.
Si tratta di presupposto fondamentale per restituire prospettive e redditi ai giovani e meno giovani, che attualmente trovano sostegno unicamente nelle proprie famiglie.
Rilanciare il lavoro significa dare respiro all'intera domanda interna, dando nuovo impulso ai consumi e, quindi, alla ripresa.