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I prezzi dei beni energetici, specialmente quelli regolamentati, continuano a trainare al rialzo l’inflazione: l’Istat rileva a febbraio un tasso al +1,6%.

Corre più veloce il carrello della spesa, che segna quota +2%. Tassi in lievissima, quasi impercettibile, diminuzione rispetto alle stime preliminari, ma che comunque in risalita.

Con l’inflazione a questi livelli, l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori stima ricadute, per una famiglia media, pari a +504,00 euro annui, di cui +112,00 solo nel settore alimentare.

Rincari che sottolineano, ancora una volta, la necessità e l’urgenza di intervenire per frenare la crescita dei prezzi in campo energetico, adottando provvedimenti che vadano oltre le misure insufficienti adottate finora.

Ma agire sul fronte energetico non basta: è necessario disporre sostegni e misure che diano ossigeno alle famiglie nei settori vitali, a partire da quello alimentare. Queste ultime, infatti, sono ancora drammaticamente costrette a importanti rinunce: l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, ha rilevato, in tal senso, una progressiva e sempre più grave riduzione del consumo di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); un taglio dei consumi di frutta e verdura (-2,4%); una ricerca sempre più assidua di offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 51% dei cittadini); un aumento degli acquisti presso i discount (+12,1%).

Arginare la crescita di disagio e disuguaglianze deve essere la priorità del Governo, che per questa strada potrà dare nuovo rilancio alla domanda interna ed evitare impatti negativi sul sistema produttivo, già minacciato dalle possibili conseguenze dei dazi.

Per questo è necessario adottare interventi immediati, a partire da:

  • La rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe un risparmio di oltre 516 euro annui a famiglia);
  • La promessa riforma e degli oneri di sistema su beni energetici (eliminando voci obsolete e spostandone altre sulla fiscalità generale);
  • La creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare;
  • Lo stanziamento di maggiori risorse per la sanità pubblica;
  • L’avvio di misure per riequilibrare le disuguaglianze esistenti, attraverso un rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni e una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi.

Inflazione: con il tasso al +1,6% ricadute di +504,00 euro annui a famiglia. Necessario adottare misure urgenti per sostenere le famiglie costrette a sempre più rinunce.

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