L'Istat conferma la deflazione ad agosto: -0,1%.
Nel dettaglio da un lato diminuiscono i prezzi dell'energia e aumentano quelli degli alimentari, soprattutto frutta e verdura fresca.
Il carrello della spesa, vale a dire i prodotto con maggiore frequenza di acquisto da parte delle famiglie, aumenta del +0,6%, con ricadute, solo per i prodotti alimentari, di circa +34 Euro annui.
Da tale quadro emergono due evidenze allarmanti: da un lato si fotografa una situazione di stallo della nostra economia, che attraversa una fase in cui domanda, produzione e prezzi sono fermi; dall'altro si osserva un aumento delle disparità e del disagio delle famiglie in condizioni più disagiate, sulle quali tale aumento dei beni essenziali incide in maniera più pesante.
"È ormai lampante la necessità di adottare provvedimenti concreti e incisivi per trainare il sistema economico al di fuori di questa fase di blocco." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. "La spinta, in tal senso, deve venire dalla redistribuzione dei redditi, resa possibile dall'avvio del Piano Straordinario del Lavoro che invochiamo da tempo."
La mancanza di lavoro, di prospettive e di speranze è la vera questione che attanaglia il Paese.
Creare nuova occupazione, soprattutto per i giovani, secondo un recente studio dell'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori significa incrementare la capacità di acquisto delle famiglie: quest'ultima aumenterebbe di circa +40 miliardi di Euro l'anno, se la disoccupazione tornasse a valori intorno al 6% (livello pre-crisi, ancora eccessivo a nostro parere).
Per questo è indispensabile avviare un coordinato di interventi in grado di proiettare il Paese verso la crescita e lo sviluppo, stanziando investimenti pubblici per almeno 60 miliardi di Euro destinati all'innovazione e la ricerca, alla modernizzazione delle infrastrutture soprattutto al Sud, alla messa in sicurezza antisismica, alla valorizzazione dell'offerta turistica.
Inoltre, per determinare una fuoriuscita da questa impasse, è vitale scongiurare in ogni modo l'applicazione delle clausole di salvaguardia che, tra ricadute dirette (vale a dire l'aumento dei prezzi) ed indirette (dovute all'effetto moltiplicatore che l'aumento dei costi di produzione e di trasporto produrrebbe sull'intero sistema dei prezzi, incrementando quindi anche quelli dei beni primarie con IVA al 4%), determinerebbero per ogni famiglia, a regime, un aggravio di ben +842 Euro annui , con effetti disastrosi sull'intera economia.