Il tasso di inflazione accelera nuovamente la sua crescita, risalendo allo 0,6%.
In ogni caso è bene specificare, per chi ha meno dimestichezza con i parametri economici, che seppure tale tasso ha subito una lieve frenata nei mesi precedenti i prezzi hanno continuato sempre e comunque a crescere.
Aumenti del tutto ingiustificati e inammissibili, soprattutto in un momento delicato e difficile come quello che stanno attraversando le famiglie.
Il nuovo balzo dell'inflazione, in particolare, risulta sempre più in contraddizione con l'andamento generale del sistema economico, specialmente se si guarda alla continua contrazione dei consumi.
Nel biennio 2012-2013, secondo quanto rilevato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, la diminuzione dei consumi ha segnato quota -8,1%. Nel 2014 si prospetta un’ulteriore contrazione tra il -1,3 ed il -1,4%. Complessivamente, quindi, la diminuzione dei consumi rischia di toccare nell'ultimo triennio quota -9,5%, pari ad una riduzione della spesa delle famiglie di circa 67,8 miliardi di Euro.
Inutile sottolineare come l'ulteriore aumento dei prezzi rischia di trascinare ulteriormente al ribasso tale andamento, riportando effetti sempre più negativi sull'intero sistema economico.
Seppure ancora sottostimato, infatti, il tasso di inflazione a tale livello comporterà ricadute di circa +216 Euro annui per una famiglia di 3 persone.
Uno scenario allarmante che richiede uno sforzo concreto da parte del Governo: contro le speculazioni che avvengono lungo la filiera, nonché per rilanciare l'occupazione e la domanda interna.
Riteniamo positivi, in tal senso, le misure del Governo per convogliare le risorse ricavate dai tagli a sprechi e privilegi al rilancio del potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso.
Insistiamo, però, sulla necessità di estendere tale misura anche agli incapienti ed ai pensionati (non dimentichiamo che, secondo un recente studio dell’Istat, il 42,6% dei pensionati vive con meno di 1.000 Euro al mese).