L’Istat rivede leggermente al ribasso il tasso di inflazione: che si attesta al +8,2%, rispetto al +8,3% della stima preliminare. L’Istituto di statistica annuncia, però, che “la fase di rientro dell’inflazione si interrompe, principalmente a causa di una nuova accelerazione della dinamica tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati” (che passano da +18,9% al +26,6%). Un dato che non fa altro che confermare le dinamiche già rilevate sui mercati dell’energia, alimentando preoccupazione per i mesi a venire.
Questo andamento conferma quello che, da tempo, sottolineiamo: la necessità di mantenere obiettività e cautela, invitando a non cantar vittoria e ad allentare gli aiuti alle famiglie ad ogni minimo accenno di ribasso.
È importante evidenziare, infatti, come, con l’inflazione a questi livelli, le ricadute per le famiglie rimangano estremamente onerose: secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori pari a 2.443,60 euro annui a famiglia. Aumenti che non hanno lo stesso impatto per tutti: pesano molto di più per le famiglie meno abbienti.
Queste ultime, ma non solo, sono ancora costrette a mettere in atto rinunce e sacrifici: secondo le rilevazioni dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori i cittadini continuano a ridurre i consumi di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); a ricercare sempre più assiduamente offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 49% dei cittadini); ad effettuare acquisti presso i discount (+11,9%).
Questa dinamica accresce le disuguaglianze, le ingiustizie e le difficoltà nel nostro Paese: per questo si rende sempre più urgente che il Governo affronti questa emergenza con misure in grado di aiutare e sostenere in maniera strutturale e duratura le famiglie. Il taglio del cuneo fiscale va in questa direzione, ma sarebbe necessario, appunto, renderlo strutturale: limitare l’intervento a solo 5 mesi è insufficiente e rappresenta l’ennesima misura spot, per questo è fondamentale infondere maggiori sforzi nella ricerca di fondi per mantenere tale misura anche nel 2024.
Ci permettiamo di suggerire che le risorse necessarie per tali operazioni possono e devono essere reperite attraverso il potenziamento della lotta ai fenomeni speculativi, all’evasione e all’elusione fiscale, disponendo anche un aumento della tassazione su extraprofitti (non solo in campo energetico) e rendite finanziarie.