L'Istat segna una lieve ripresa del tasso di inflazione: a maggio i prezzi crescono del +0,3% rispetto al mese precedente. Scendono del -0,3%, invece, rispetto allo stesso mese del 2015.
Anche l'andamento dei prezzi del carrello della spesa cresce del +0,3% rispetto allo scorso mese, rimanendo invariato sull'anno.
Dati che testimoniano come, anche i prezzi, risentano ancora dell'andamento altalenante della nostra economia.
"Manca ancora quell'elemento di svolta che potrebbe far tirare un sospiro di sollievo e permetterci di dire che la crisi è ormai alle spalle." – Dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Una svolta che non può prescindere dalla ripresa dell'occupazione e da una redistribuzione dei redditi.
Dal 2012 al 2015 i consumi delle famiglie hanno segnato una contrazione del -10,7%, con una diminuzione della spesa di circa 78 miliardi di Euro. Una riduzione che ha provocato e continua a provocare serie ripercussioni sulla produzione e sull'occupazione. Lo testimoniano anche i dati sul PIL, la cui ripresa è ancora timida e insufficiente.
È evidente che per dare nuova linfa al sistema economico è necessario, prima di tutto, coraggio. Il coraggio di fare quello che fino ad ora nessun Governo ha fatto fino in fondo, ovvero puntare su una ripresa seria e duratura del mercato del lavoro che rimetta in moto la domanda interna e l'intero apparato produttivo. Un coraggio che manca totalmente al nostro sistema imprenditoriale.
Per questo è indispensabile convogliare tutte le risorse pubbliche, se necessario ricorrendo alla vendita del 10% delle riserve auree, al fine di realizzare un Piano Straordinario che preveda congrui investimenti per:
– lo sviluppo tecnologico e la ricerca;
– la realizzazione di opere di messa in sicurezza di scuole e ospedali;
– la modernizzazione di infrastrutture, reti e trasporti;
– l'avvio di un programma per lo sviluppo e la valorizzazione dell'offerta turistica nel nostro Paese.
Sono queste le vere priorità per il Paese, che consentirebbero di dare nuove prospettive alla nostra economia e ai tanti giovani disoccupati che, non lo dimentichiamo, attualmente hanno come unica fonte di sostentamento le proprie famiglie (con un aggravio su queste ultime di circa 400-500 Euro al mese).