L'Istat corregge al ribasso le stime per l'inflazione a settembre: si è attestata al -0,4% rispetto allo scorso mese ed al +02%rispetto allo stesso mese del 2014.
Un dato che mostra ancora incertezza sull'andamento economico del nostro Paese e che testimonia come ci sia ancora molto da fare per avviare e sostenere una vera ripresa.
Ripresa che, da molti segnali, appare ancora molto distante.
Basta guardare alla disoccupazione, specialmente quella giovanile, che ancora viaggia su livelli altissimi.
Oppure, per rendersi pienamente conto della dimensione catastrofica della crisi di questi anni, bisogna prendere in considerazione la contrazione dei consumi che, solo nel triennio 2012-2013-2014, sono diminuiti del 10,7%, pari complessivamente a 78 miliardi di Euro. Il potere di acquisto delle famiglie, invece, dal 2008 ha subito una contrazione del -13,4%.
Per lasciarsi alle spalle tutto ciò è indispensabile che il Governo intervenga con determinazione per rimettere in moto il mercato del lavoro e la domanda interna.
Una domanda che va sostenuta attraverso la redistribuzione dei redditi e la creazione di nuove opportunità di lavoro, non certo con l'innalzamento del limite all'utilizzo dei contanti a 3.000 Euro. Sarebbe bello se le famiglie avessero 3.000 Euro da spendere. Casalinghe, pensionati, operai e disoccupati non si pongono certo di questi problemi, che riguardano, piuttosto, chi si occupa di traffici illeciti e dubbie transazioni.
"Chiediamo, quindi, maggiore responsabilità e realismo da parte del Governo, che deve avviare con urgenza un piano straordinario per il lavoro, lasciando da parte strumenti che non hanno nulla a che fare con lo sviluppo economico come l'innalzamento del contante." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.