L’Istat conferma che, nel mese di ottobre, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’itera collettività registra un aumento del +0,9%. L’inflazione acquisita per il 2024, invece, si attesta al +1%.
Un andamento dovuto in larga parte dall’andamento dei prezzi dei beni alimentari, sia lavorati (da +1,5% a +1,7%) sia non lavorati (da+0,3% a +3,4%).
Secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, con l’inflazione a questi livelli, le ricadute per una famiglia media ammontano a +283,50 euro annui.
Questa dinamica dei prezzi, che interessa specialmente il settore alimentare, si ripercuote in maniera sempre più drammatica sulle tasche delle famiglie, specialmente su quelle dei nuclei meno abbienti, accrescendo rinunce e disuguaglianze.
Da tempo, il nostro Osservatorio Nazionale monitora la progressiva riduzione del consumo di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); una ricerca sempre più assidua di offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 49% dei cittadini); un aumento degli acquisti presso i discount (+11,9%). A questo si aggiunge il grave dato relativo alla rinuncia alle cure, che interessa 4,5 milioni gli italiani.
L’ulteriore crescita dei prezzi e le misure inadeguate previste per contrastarla rischiano di aumentare il numero di rinunce da parte dei cittadini, con gravi ripercussioni sul nostro sistema economico, innestando una spirale negativa fatta di calo della domanda interna, conseguenze negative sull’intero sistema produttivo e occupazionale.
Per questo è indispensabile che il Governo adotti serie e incisive misure a favore delle famiglie, attraverso:
- la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe un risparmio di oltre 516 euro annui a famiglia);
- la promessa e mai realizzata riforma e degli oneri di sistema su beni energetici (eliminando voci obsolete e spostandone altre sulla fiscalità generale);
- la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare;
- la disposizione di maggiori aiuti per affrontare le spese relative alla scuola e all’università e garantire il diritto allo studio;
- lo stanziamento di maggiori risorse per la sanità pubblica;
- l’avvio di misure per riequilibrare le disuguaglianze esistenti, prima di tutto attraverso un rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni e una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi.