In Comunicati, Politica Economica


Lieve balzo in avanti per la produzione industriale, che segna +1,5% sull'anno.


Un dato incoraggiante, trascinato più dalla spinta dell'export che da quella della domanda interna, che langue ancora in una condizione di forte crisi.


Non è ancora il caso di inneggiare alla ripresa: per rendersi conto di quanto sia ancora precaria ed instabile la situazione basta guardare al trend trimestrale, nel primo trimestre del 2015 la produzione è salita di appena lo 0,3% rispetto al periodo precedente, ma risulta comunque in calo dello 0,1% rispetto allo stesso trimestre del 2014.


Il livello della disoccupazione e l'inarrestabile perdita del potere di acquisto delle famiglie italiane (-13,4% dal 2008) sono i fattori determinanti che continuano ad incidere su tale andamento.


Non a caso proprio oggi Confcommercio segnala che, a marzo, sale a 21,1 punti il Misery Index (cioè quell'indice che misura il disagio sociale causato dalla disoccupazione e dalla variazione dei prezzi di beni e servizi ad alta frequenza di acquisto).


Tutti concordano nel denunciare come la mancanza di lavoro e, di conseguenza, la mancanza di reddito, siano la causa principale della stagnazione economica del nostro Paese, che di certo non può affidarsi unicamente alla spinta dell'export, trainato anche dalle politiche europee.


"Solo il Governo sembra non rendersi conto di questa vera e propria emergenza, per la quale ancora non son stati presi seri e responsabili provvedimenti." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.


Per questo torniamo a rivendicare la necessità e l'urgenza di un Piano Straordinario per il Lavoro da realizzare attraverso:


– il rilancio degli investimenti per lo sviluppo tecnologico;


– la modernizzazione delle infrastrutture;


– la messa in sicurezza degli edifici pubblici;


– la realizzazione di un piano dettagliato per incentivare il turismo.

 


Un piano che non si limiterà a restituire prospettive e redditi a chi non trova un'occupazione, ma agirà positivamente in maniera complessiva sull'andamento della domanda interna, dal momento che, alleggerendo gli oneri a carico di genitori e pensionati (attualmente unico sostegno per giovani e no senza lavoro), sarà possibile determinare un nuovo slancio per la domanda di mercato e, quindi, rimettere in moto in maniera stabile e duratura l'intero sistema economico.

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