Stiamo ricevendo numerose segnalazioni da parte di cittadini regolarmente muniti di green pass che si lamentano dei comportamenti discriminatori adottati da alcuni ristoratori.
Infatti sembrerebbe che chi si reca, munito di green pass, presso ristoranti ed esercizi che hanno a disposizione sia spazi all’aperto che al chiuso, molto spesso viene fatto accomodare all’interno, riservando terrazze e déhors a chi è sprovvisto della certificazione verde.
In tal modo, paradossalmente, proprio chi si è dotato della certificazione si ritrova penalizzato e limitato nella propria possibilità di scelta, relegato nelle posizioni più interne e meno panoramiche, addirittura in alcuni casi senza climatizzazione.
Si tratta di una strategia evidentemente orientata a massimizzare i coperti, accogliendo il maggior numero possibile di clienti, vaccinati e no; ma è evidente che adottando tale comportamento si rischia di snaturare e distorcere completamente le finalità e la logica stessa sottostante alla concezione del green pass. La certificazione, nata per garantire la frequentazione in piena sicurezza di locali e ristoranti, si trasforma così in un banale lasciapassare utile solo a definire la propria posizione all’interno dei locali.
Ai ristoratori, alle associazioni di categoria e al Governo chiediamo di prendere provvedimenti urgenti per correggere tale distorsione e far sì che sia garantita la reale possibilità di scelta dei cittadini, che non devono in alcun modo essere penalizzati perché in, per il bene comune, si sono muniti di green pass.
Sono molti gli utenti che ci segnalano inoltre che, per l’accesso all’interno di locali, bar e ristoranti, seppure viene loro richiesto se sono in possesso o meno del green pass, poi non viene effettivamente verificata l’effettiva esistenza e validità del certificato.
È evidente che, per far sì che tale sistema funzioni e sia utile a garantire il contenimento dei contagi sono necessari maggiori controlli sull’effettivo e puntuale rispetto delle regole.