Il gioco, nel nostro Paese, non conosce mai crisi.
Basti pensare che, da un recente rapporto del CNCA emerge che, negli ultimi 15 anni, gli italiani hanno perso oltre 181 miliardi di euro in gioco d’azzardo. Il fatturato complessivo del settore, negli anni indicati, ammonta a ben 760 miliardi di euro.
Se ancora gli italiani non fossero convinti della gravità di questo fenomeno e della crescente incidenza delle patologie ad esso legato, dal primo ottobre hanno un motivo in più per desistere dall’affidarsi alla dea bendata.
A partire da tale data, infatti, è aumentata la ritenuta sulle vincite del lotto, raggiungendo quota 8%. Per vincite oltre 500 Euro, invece, la tassazione è fissata al 12%.
Una vera e propria tassa sulla fortuna, che rimpingua le casse dell’Erario e lucra sulla difficoltà e sul disagio dei cittadini che, sempre più spesso, vedono nel gioco l’unica, pericolosa, via d’uscita dalla situazione economica precaria in cui si trovano.
È necessario che il Governo e le Istituzioni aumentino l’impegno nella lotta alla ludopatia ed all’abuso del ricorso al gioco. Un primo passo in questo senso è stata la riduzione del parco macchine e dei punti gioco, ma non è ancora sufficiente, sarebbe necessaria l’abolizione di ogni forma di sponsorizzazione legata al gioco.