L’art. 60 del c.d. Decreto Semplificazioni si pone l’obiettivo “di realizzare il rilancio delle attività produttive nella regione Sardegna, garantendo l’approvvigionamento di energia all’isola a prezzi sostenibili e in linea con quelli del resto d’Italia, assicurando al contempo la compatibilità con l’ambiente e l’attuazione degli obiettivi del PNIEC, in tema di rilancio industriale, di decarbonizzazione dei consumi e di phase out delle centrali a carbone presenti nella regione Sardegna “.
Di fatto però, nella versione approvata con la legge 11 settembre 2020 si regola soltanto la fornitura di gas naturale mediante navi spola dall’Italia continentale fino ai terminali di rigassificazione posti nell’isola.
Rimangono invece non regolate tutte le attività interne all’Isola (contrariamente a quanto accade nelle altre regioni), creando un pericoloso vuoto normativo e dando luogo a situazioni differenti in Sardegna rispetto al resto d’Italia.
Tale situazione penalizza lo sviluppo industriale ed economico della regione e peserà su tutti i consumatori sardi privandoli della possibilità di avere prezzi del gas paragonabili a quelli del resto dell’Italia.
Una discriminazione inaccettabile, sulla quale chiediamo al Mise e all’Autorità per l’energia di intervenire urgentemente. Nel dettaglio è fondamentale definire gli elementi da ricomprendere nella rete di trasporto nazionale interna alla regione, esplicitando tutte le infrastrutture che si rendono necessarie per l’utilizzo del gas naturale sull’isola. Lo chiedono i cittadini sardi che rischiano altrimenti di essere trattati differentemente dal resto degli italiani.
In particolare, al fine di consentire ai cittadini e alle imprese sarde di beneficiare in tempi rapidi di questo combustibile dagli indubbi vantaggi ambientali, di costo e sicurezza, chiediamo che venga regolato anche il sistema di trasporto interno del gas su gomma, in linea con quanto raccomandato dall’ARERA e dallo studio RSE.
Tutte le infrastrutture che verranno individuate dovranno essere regolate da ARERA, anche prevedendo un regime transitorio, secondo principi di accessibilità e non discriminazione, definendo le regole tariffarie e disciplinando le condizioni di accesso che garantiscano ai consumatori sardi benefici di prezzo pari a quelli delle altre regioni italiane. È necessario replicare lo schema del continente anche in Sardegna anche per favorire ulteriori investimenti necessari a sostenere l’economia locale.
Chiediamo anche un intervento all’Antitrust affinché solleciti la definizione di regole chiare e trasparenti per i consumatori sardi che hanno contribuito a finanziare negli anni le reti italiane e che oggi si vedono negato un loro diritto.