Invece di agire, come chiediamo da tempo, per una riduzione dei costi dell'energia e del gas a favore dei cittadini e diminuire il peso delle bollette che incidono sempre di più sui bilanci delle famiglie, il Governo si prepara a dare il via libera all'ennesimo favore alle imprese energivore.
È quanto emerge dalla lettura dell'art. 6 bis del Decreto Destinazione Italia, alla luce di un emendamento approvato in Commissione attività produttive alla Camera su proposta di NCD.
Si legge infatti che "al fine di promuovere la competitività delle imprese industriali, i corrispettivi a copertura degli oneri generali di sistema applicati al consumo di gas e i criteri di ripartizione dei medesimi oneri a carico dei clienti finali sono rideterminati dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversine del presente decreto."
In pratica, dopo aver scaricato sulle bollette elettriche delle famiglie (nel maggio scorso) ben 600 milioni di Euro di sgravio fiscale a favore delle imprese energivore (vale a dire quelle che per alimentare il proprio ciclo produttivo impiegano grossi quantitativi di energia), oggi si ripete la stessa musica per il gas.
Un'operazione intollerabile che potrebbe pesare sulle utenze domestiche per circa 600 milioni di Euro, che andrebbero ad annullare il previsto calo delle bollette del gas nel 2014, dopo che nel 2013 si sono registrati i valori più alti dal dopoguerra (sia per le bollette del gas che per quelle dell'energia elettrica).
Una vera e propria assurdità, soprattutto se si pensa che nel nostro Paese l'imposizione fiscale sulle bollette del gas è già a quota 35%, il doppio rispetto alla media europea.
Chiediamo al Governo di fare un passo indietro, eliminando categoricamente questo nuovo aggravio a carico dei cittadini e trasferendolo sulla fiscalità generale.
Si trovino altre strade per incentivare le imprese in difficoltà, senza intaccare il potere di acquisto delle famiglie già in forte crisi.
Anzi, è fondamentale agire con urgenza per ridurre i costi del gas a carico delle famiglie:
– riducendo la pressione fiscale sulle bollette del gas ed abolendo la "tassa sulla tassa", ovvero l’assoggettamento all’IVA delle imposte erariali e delle addizionali regionali;
– sterilizzando automaticamente l’incremento dell’Iva all’aumento del costo della materia prima;
– smettendola di considerare il metano per il riscaldamento come un “bene di lusso” e portando quindi l’Iva al 10% per i consumi eccedenti i 480 metri cubi l'anno.