In Italia, la quota della popolazione esposta al rischio di povertà ed esclusione sociale è in forte crescita. Nel 2012, secondo Eurostat, il 29.9 per cento della popolazione viveva “a rischio di povertà”, in stato di “privazione materiale severa” e, secondo l’ultimo aggiornamento Istat del 2013 , il 12.7 per cento delle famiglie era sotto la linea di povertà relativa e, un milione e 725 mila famiglie (6.8% delle famiglie residenti) risultavano in condizioni di povertà assoluta per un totale di 4 milioni e 814 mila individui (8% dell’intera popolazione).
Accanto a questa forma di disagio si rende necessario oggi tutelare i cittadini consumatori di energia rispetto ad una nuova forma di povertà, ben conosciuta nella realtà anglosassone, dove viene misurata e fatta oggetto di piani e finanziamenti: la fuel poverty, per noi più semplicemente traducibile nella definizione di precarietà energetica, indica la difficoltà delle famiglie nei paesi economicamente avanzati di accedere ai servizi essenziali di energia e gas a causa degli elevati costi degli stessi. Sono considerate nello stato di povertà energetica tutte le famiglie che spendono più del 10% del proprio reddito per poter “consumare” energia.
Inoltre aumentano, di anno in anno, le famiglie morose che ricevono la minaccia di sospensione delle forniture di energia elettrica e gas: per l'energia elettrica, nel 2013, sono state 1 milione 762 mila famiglie; per il gas, invece, sono state 360 mila famiglie. Per molte di queste si arriva al distacco delle forniture.
In Italia, solamente di recente si è avviato il dibattito su questo tema. Operatori istituzionali, associazione dei consumatori, enti pubblici locali, associazioni del lavoro riflettono sulla povertà energetica e sulle modalità di intervento atte a contrastarla.
Nel 2009, l’introduzione del bonus elettrico e gas ha rappresentato lo strumento principale per contrastare il fenomeno della fuel poverty. Si tratta di uno sconto sulla bolletta, introdotto dal Governo e reso operativo dall'Autorità per l'energia elettrica, il gas ed il sistema idrico con la collaborazione dei Comuni, per assicurare un risparmio sulla spesa per l'energia alle famiglie in condizione di disagio economico e fisico e alle famiglie numerose che viene stimato mediante il valore dell’indice ISEE – Indicatore di Situazione Economica Equivalente.
Ma chi usufruisce di questo bonus a tutt’oggi non supera il milione di persone e per come è strutturato al momento, non riesce a far fronte alle famiglie in stato di povertà relativa.
La platea dei potenziali beneficiari del bonus elettrico e gas è poco più di 3 milioni di cittadini, ossia poco più di 1 milione di famiglie con un reddito netto equivalente medio pari al 40% della media nazionale;
• tra queste famiglie oltre il 70% dei casi è a rischio di povertà, e il 40% in stato di povertà assoluta;
Nel periodo 2008-2012 le somme utilizzate per il pagamento del bonus elettrico e gas ed il funzionamento del sistema sono state poco più di 1 miliardo di euro.
• L’entità complessiva dei bonus elettrico e gas erogati ai clienti finali nel periodo 2008-2012 è stata pari a più di 554.9 milioni di euro (di cui 376.5 per il bonus elettrico e 178.3 per il bonus gas);
• tuttavia, nel 2013, solo il 34% degli aventi diritto al bonus elettrico e il 27% degli aventi diritto al bonus gas hanno effettivamente goduto del bonus;
• meno della metà degli aventi diritti al bonus, che ne hanno usufruito il primo anno, ha rinnovato la domanda per il bonus nell’anno successivo.
• dai dati emerge che meno della metà della entità complessiva del bonus è stato erogato alla platea delle potenziali famiglie aventi diritto ed è estremamente limitato il numero di famiglie povere che pur avendo diritto al bonus lo richiedono effettivamente.
Lo strumento del Bonus è valido perché non altera il mercato energetico, ma risulta ancora di difficile attuazione. Per questo tale strumento va profondamente rivisto. In particolare è necessaria un'attenta revisione delle condizioni di reddito per l'accesso, soprattutto alla luce dell'aggravamento delle condizioni di povertà delle famiglie avvenuto in questi ultimi anni. Inoltre è indispensabile una semplificazione nelle modalità di fruizione, avendo presente anche l'impatto che il nuovo ISEE avrà dal 1 gennaio 2015.
Queste criticità aprono alcuni interrogativi sulle modalità con cui viene erogato il bonus, sulle informazioni richieste e sulla procedura amministrativa che ne governa l’erogazione.
Il 17 dicembre 2014, presso il Centro Congressi Frentani, l’Associazione Bruno Trentin, Spi Cgil e Federconsumatori nel corso della presentazione del rapporto di ricerca, dopo aver valutato l’incidenza della povertà energetica in Italia, presenteranno una rassegna degli strumenti di lotta alla fuel poverty individuando proposte d’intervento e azioni correttive a tutela dei consumatori vulnerabili.