In Banche e Assicurazioni, Comunicati

Sono numerosi i risvolti nascosti e le conseguenze della pandemia, che spesso esulano dagli aspetti strettamente legati alla salute ed alle disposizioni assunte per il contenimento dei contagi.

Tra questi non si può trascurare il problema di molti risparmiatori, che rischiano di vedere compromessi i risparmi di una vita.

Si tratta di migliaia di cittadini che abbiamo assistito nella presentazione delle domande di accesso al FIR a cui ora (con particolare riferimento agli azionisti della ex Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio) vengono richieste delle integrazioni documentali a nostro avviso del tutto pretestuose, tese unicamente ad allungare i tempi, mettendo a rischio gli indennizzi.

Una vicenda intollerabile, in merito alla quale abbiamo chiesto chiarimenti a Consap, che però, pur condividendo le nostre perplessità, si è dichiarata pressoché impotente in relazione a tale vicenda, poiché le richieste di integrazione che vengono inviate, sono frutto di decisioni assunte in sede di Commissione Tecnica esaminatrice.

Il vero problema non è la necessità, legittima, di chiedere chiarimenti e integrazioni: è la natura stessa delle integrazioni a risultare improponibile e inconcepibile. Vengono infatti richiesti documenti che per le persone, ma anche per la stessa Banca, sono impossibili da reperire, dato il tempo trascorso e la decadenza del termine dagli obblighi di conservazione dei documenti.

In alcune circostanze, citando solo uno dei numerosi esempi che potremmo riportare, viene chiesto che di produrre prova degli acquisti degli strumenti finanziari azzerati per i quali si chiede l’indennizzo anche quando è necessario comunicare una semplice correzione di un codice fiscale. Una pratica che spesso induce a far credere che il documento presentato a corredo della domanda non sia sufficiente o che richieda integrazioni ben più rilevanti: non sarebbe più semplice limitarsi a chiedere la sola correzione dei dati, senza reiterare la richiesta di documenti già prodotti?

Anche perché, vista la situazione determinata dalla pandemia, risulta ancor più complesso ottemperare a tali richieste, per le quali sono necessari spostamenti per recarsi in banca e poi per il nuovo invio dei documenti, a maggior ragione nelle zone rosse.

Ecco perché abbiamo scritto al Ministro dell’Economia e delle Finanze, nonché al Presidente Conte affinché, affinché, facendo seguito agli impegni assunti nei confronti dei risparmiatori a cui avevano assicurato piena tutela, intervengano prontamente. In tal senso è necessario aprire un tavolo di confronto con le Associazioni dei consumatori per semplificare tali procedure ed eliminare complessi quanto inutili passaggi burocratici, nonché disporre una proroga dei termini per la presentazione delle integrazioni della documentazione richiesta dalla Commissione.

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