La dorata buona uscita pari a 5,45 milioni di euro deliberata dal cda di Finmeccanica ad Alessandro Pansa (tra l’altro accusato nella prima metà degli anni Ottanta, di aver contraffatto il libretto degli esami con relativa sospensione di sei mesi dalla Università Bocconi di Milano), è l’ennesima vergogna, uno schiaffo in faccia a milioni di giovani a 700 euro al mese, che devono faticare per il rinnovo del contratto trimestrale, le cui condizioni di precarietà saranno ulteriormente aggravate dalla recente riforma del mercato del lavoro.
“La sussistenza dei presupposti per l'attribuzione di un'indennità compensativa e risarcitoria pari a 5,45 milioni di euro, oltre alle competenze di fine rapporto e di quanto spettante in relazione ai diritti maturati nell'ambito della partecipazione ai piani di incentivazione a breve e mediolungo termine nel corso del 2013 da erogare per cassa, come riportati nella Relazione sulla remunerazione della società”, non si concilia, né con il recente tetto agli stipendi dei manager, tantomeno con l’andamento del valore delle azioni del titolo in borsa.
Finmeccanica infatti, travolta 15 mesi fa da scandali e tangenti che portarono all’incriminazione di Giuseppe Orsi, quotava circa 10 euro ad azione nel 2011, quotazioni scese a 7 euro nel maggio 2013, calate ancora a 5,70 euro ai valori odierni. Premiare con dorate liquidazioni questi manager che distruggono valore, con dorate liquidazioni pari alle retribuzioni annue di 1.000 precari, è uno scandalo che deve finire.