'hanno chiamata riorganizzazione, in realtà si tratta dei soliti tagli ai treni. Con l’introduzione dell’orario invernale ha avuto luogo la soppressione di dieci corse regionali sulla linea Fl7 Roma-Latina-Formia, oltre alla formale «assegnazione» della tratta ferroviaria Formia-Minturno al servizio trasporti ferroviari della Campania. Il nuovo orario dei treni entrato in vigore nella giornata di ieri 12 dicembre ha colpito come sempre i pendolari del trasporto regionale, gli stessi che per due mesi hanno lottato purtroppo inutilmente per modificare il nuovo assetto dei collegamenti su rotaia, che prevedeva questi e altri tagli! La Regione Lazio tramite il Presidente Nicola Zingaretti aveva annunciato una ottimizzazione del servizio dalla capitale verso le province che, come è evidente, non c’è stata. Le corse completamente sparite nel nulla sono sette, di cui quattro concentrate tra le 16 e le 19: praticamente l’orario di punta del rientro a casa dei lavoratori e degli studenti pontini. Trenitalia sostiene che si è occupata solo di redigere la proposta, ma poi l’offerta vera e propria dei collegamenti spetta alla Regione Lazio, la quale in queste ore ha asserito che si tratta di un esperimento che comunque rimarrà in vigore sino a giugno 2017 (termine dell’orario invernale partenza orario estivo da giugno 2017). Questa soppressione sta creando notevoli difficoltà alle persone che per lavoro-studio ecc. utilizzano il trasporto pubblico, chiamato trasporto universale, che dovrebbe essere efficiente e attento ai bisogni di chi viaggia con un reale e serio intervento delle regioni all’atto della stipula dei contratti di servizio fatti con Trenitalia.
Nel contempo i pendolari inizieranno una serie di monitoraggi, tesi a verificare le ricadute dei cambiamenti disposti dall’azienda che gestisce il traffico ferroviario. L’iniziativa di monitorare tutto il traffico è stata adottata in una apposita riunione che ha visto la presenza dei comitati dei pendolari. Nel mirino dei pendolari, oltre ai posti a sedere disponibili, c’è anche il fatto di prevedere la sosta del treno che arriva con quella della coincidenza sullo stesso marciapiede. Ciò per andare incontro alle esigenze degli anziani o di chi ha problemi di deambulazione. Ovviamente, visto che Trenitalia ha sottolineato che tra le motivazioni che hanno determinato il cambio di orari figura quella relativa al rispetto dei tempi di percorrenza, sarà posta sotto la lente di ingrandimento la puntualità. «Saranno monitorati – hanno affermato i pendolari – i tempi di attesa e di percorrenza! Quello che subito colpisce è che a causa dei cambi effettuati, molte persone non possono imbarcarsi sui treni a causa degli orari modificati: portiamo come esempio questa segnalazione.
"Da oggi è entrato in vigore il nuovo orario di Trenitalia. Ho un figlio di 17 anni che frequenta il liceo classico di Latina ed è un allievo di danza del Teatro dell'Opera di Roma.
Mio figlio da oggi è costretto ad uscire da scuola alle 11,00 per poter prendere il treno regionale che parte da Latina alle 11,45 in quanto quello delle 12,24 è stato soppresso. Per farlo salire sul treno questa mattina abbiamo avuto molte difficoltà, talmente piene le carrozze non si aprivano neanche le porte ed è riuscito a salire incastrandosi tra le altre persone, chiaramente nel corridoio.
Stessa problematica per la sera: lui termina le lezioni di danza alle 20,00, il tempo di cambiarsi esce da scuola e prende l'autobus n. 50 o n. 105 che lo porta a alla stazione Termini per prendere il treno per Napoli delle 20,56 o quello per Priverno-Fossanova delle 21,06… questi treni sono stati entrambi soppressi e sostituiti da un unico treno delle 20,36 che difficilmente riuscirà a prendere. Ho già contattato una persona (chiaramente pagando) che dalla scuola di danza in auto lo porta a Termini, traffico permettendo, per fargli prendere questo treno, altrimenti quello successivo è circa alle 22,00 e il ragazzo arriverebbe a casa tutte le sere alle 23,00."
Altro che riorganizzazione… si tratta di una cieca politica di tagli, di soppressione di corse, che colpisce come sempre chi viaggia: alla fine chi paga è sempre il più debole. Una grande responsabilità di questa ingiustizia ricade sulle regioni, che dovrebbero nella stesura dei contratti di servizio con Trenitalia tenere conto del mondo che rappresentano e che sono chiamate a tutelare.