Dopo le compagnie telefoniche, ora anche Sky decide di intervenire sulla periodicità della fatturazione, facendo scattare la tredicesima mensilità.
Nel dettaglio, dal primo ottobre, la fatturazione avverrà ogni 4 settimane (28 giorni), con un aumento, per gli abbonati, pari a circa l’8,6%.
Ovviamente, come sempre in questi casi, l’azienda opera una modifica unilaterale del contratto, ponendo gli utenti di fronte al solito aut aut: o accettano le nuove modalità di fatturazione, oppure sono liberi di recedere dal contratto senza penali fino al 30 settembre.
Si ripete, anche in questo caso, la curiosa costante delle modifiche unilaterali che vengono comunicate in pieno periodo estivo, quando molti sono fuori casa. In questo modo vengono ridotti, di fatto, i termini per recedere dal contratto: molti infatti leggeranno la comunicazione solo ad avvenuto rientro, magari dopo metà agosto.
Un atteggiamento inaccettabile e scorretto, ancor di più da parte di un’azienda così importante, verso i suoi clienti. È sconfortante vedere come i comportamenti negativi delle aziende riscontrino ampia diffusione, mentre quelli virtuosi rimangano quasi sempre casi isolati.
Sarà “interessante” verificare, nelle prossime settimane, che tale condotta non rappresenti un modello per un analogo adeguamento da parte degli altri operatori di pay tv. Se questo si dovesse verificare vi sarebbero, a nostro parere, i presupposti per una accertamento da parte delle Autorità di vigilanza.
Federconsumatori invita gli utenti a valutare attentamente l’opportunità di mantenere o meno il contratto con Sky: qualora decidessero di disdirlo le nostre sedi, presenti in tutta Italia, sono a disposizione per effettuare il recesso entro il 30 settembre per evitare costi aggiuntivi.