In Acqua, Energia, Gas e Rifiuti, Comunicati

Il cosiddetto DDL “Concorrenza”, fermo al Senato da mesi, è una norma scritta in base alle esigenze ed ai desideri delle aziende, specialmente per quanto riguarda il capitolo energia. Una delle misure previste è, infatti, la sciagurata riforma della vendita dell’energia elettrica ai consumatori domestici che li trasformerebbe tutti in facili prede per le imprese di vendita del settore.

È un’ipotesi rispetto alla quale le Associazioni dei Consumatori non possono che ribadire un NO, chiaro e duro, già espresso in precedenti circostanze. Ma non perché avversiamo la concorrenza: al contrario. Siamo fortemente contrari perché la misura, così come è concepita, aggiunge al danno dell’introduzione di una concorrenza finta, la beffa di misure punitive per i consumatori.

Il danno: oggi circa 20 milioni di utenti domestici hanno volontariamente scelto (e lo ribadiamo, scelto) di NON abbandonare il servizio di Maggior Tutela (mentre otto lo hanno lasciato in 10 anni) semplicemente perché il tipo di servizio ricevuto è peggiore e il costo connesso è superiore a quello disponibile sul mercato libero. Con l’approvazione della legge, questi venti milioni di utenti dovranno per forza scegliere un’offerta sul mercato libero, cioè rivolgersi a quegli stessi operatori che negli ultimi 10 anni non sono riusciti a produrre offerte che i consumatori abbiano ritenuto interessanti. Complimenti! Una bella idea di concorrenza!

La beffa: il testo oggi in Parlamento dice che se i consumatori, alla fatidica data del 1 giugno 2018, non avranno già scelto da soli a quale gestore affidarsi, la loro fornitura sarà affidata a un servizio di salvaguardia (quello che oggi rifornisce, a prezzi maggiorati, i morosi) e che per giunta questa fornitura sarà erogata da imprese che se la saranno aggiudicata a prezzi che, testualmente, “incentivino il passaggio al mercato libero”. Tradotto, a prezzi così alti da indurre la corsa a scappare verso il mercato che li aspetterà a braccia aperte. Questo si chiama alzare i prezzi prima di fare i saldi e oltre ad essere una truffa, è un reato!

Una logica inaccettabile, che lascerà i cittadini in preda ai disagi ed ai maggiori costi offerti nella giungla del mercato libero. Invitiamo il Parlamento e il Ministro dello Sviluppo economico a ricordare che la priorità è quella di creare opportunità di risparmio e di efficienza, per i cittadini e per il Paese intero, non è certo quella di favorire qualche impresa a scapito dei consumatori.

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