Si è compiuto il primo gennaio il primo passo verso l’abbandono del mercato di maggior tutela nel settore dell’energia. A staccare la spina del mercato tutelato sono state circa 200 mila pmi, obbligate a passare al mercato libero in nome di una incompiuta liberalizzazione.
Dal 1 Luglio 2007, infatti, esiste il mercato libero dell’energia, senza che mai si siano creati in esso i presupposti di una reale, libera, corretta e trasparente concorrenza. Secondo la nostra lunga esperienza in materia, invece, il mercato libero è stato il terreno di prova in cui si sono sviluppate e alimentate le più selvagge e sfrenate pratiche commerciali scorrette a danno dei clienti. Non parliamo solo di prezzi poco convenienti: la stessa Arera parla di un aumento medio, passando al mercato libero, di circa il 20% rispetto alle tariffe del mercato tutelato, con un aggravio di circa 675 mln l’anno a carico delle famiglie, ci riferiamo alle offerte poco chiare, contorte, ingannevoli, alle pratiche aggressive e al mancato rispetto delle più basilari norme sulla trasparenza nei confronti dei clienti. Una realtà che più volte abbiamo apertamente denunciato, in nome della quale ci siamo rifiutati di condividere il manifesto per la liberalizzazione condiviso da alcune aziende e associazioni dei consumatori meno attente sul tema.
Per manifestare la nostra contrarietà all’abolizione del mercato tutelato ed al passaggio forzato a un mercato che di libero ha solo il nome non abbiamo messo a disposizione i nostri sportelli alla farsa dei “facilitatori” che avrebbero dovuto informare i cittadini sulla “bontà” di questa operazione, facilitandone appunto il passaggio al mercato libero. Al contrario abbiamo sempre rivendicato la necessità di una corretta informazione, soprattutto per sottrarre i cittadini dalla disinformazione e dalle vere e proprie minacce delle aziende. Campagna che, secondo una recente disposizione normativa, entro il 31 gennaio 2021 ARERA, GSE, Acquirente Unico ed ENEA dovranno organizzare. Per questo abbiamo chiesto loro di mettere al centro delle iniziative il punto di vista dei consumatori, attraverso un processo condiviso con le associazioni che li rappresentano.
Ma, al fianco di una corretta informazione è necessario rendere più concorrenziale e trasparente il mercato, sfoltendo la vera e propria giungla di aziende, oltre 700, che vi operano. Per questo, da anni, chiediamo un albo ufficiale dei venditori, per far sì che sul mercato possano operare solo coloro che rispettano i diritti dei cittadini e dei lavoratori, che sono in possesso di tutti i requisiti necessari sul piano economico e che improntino la loro strategia industriale agli obiettivi dell’agenda 2030.
Così come è impostato oggi, invece, il passaggio definitivo al mercato libero si configura solo come un enorme regalo alle maggiori aziende del Paese. Regalo che non abbiamo mai avallato e che abbiamo sempre contrastato in quanto a tutto svantaggio dei cittadini. Ci teniamo a sottolinearlo in risposta ad alcune accuse rivolte genericamente alle “associazioni dei consumatori che regolano i conti con Enel nel retrobottega”. Gli accordi nel retrobottega non fanno parte della nostra cultura, anzi, ben vengano queste polemiche per affermare la necessità di rapporti trasparenti e limpidi tra associazioni dei consumatori e aziende, che vadano al di là di sistemi di certificazione e di sostegno a vario titolo, su cui anche noi chiediamo di fare chiarezza.
La data per il passaggio obbligato delle famiglie al mercato libero si avvicina, ma c’è ancora un anno di tempo per intervenire: su questa e su altre questioni, a partire dalla riforma degli oneri di sistema in bolletta attendiamo risposte dal Parlamento, in primis da chi si era impegnato a riparare a tali ingiustizie. Sarà un anno ricco di iniziative e rivendicazioni, per ottenere misure più eque per i cittadini, soprattutto per coloro che si trovano in situazioni di povertà o vulnerabilità energetica e per chi assiste malati che necessitano apparecchiature elettromedicali.