I dati dell'Istat sulla disoccupazione a marzo cancellano, con un colpo di spugna, tutti gli ottimismi prematuri degli ultimi tempi.
La disoccupazione torna a salire, al 13%.
Impressionante il livello raggiunto da quella giovanile: 43,1%.
Dei dati che sottolineano, in tutta la loro drammaticità, ciò che denunciamo da tempo: se si vuole far ripartire l'economia nel nostro Paese bisogna iniziare dal lavoro.
La manovre e manovrine avviate finora sono del tutto insufficienti e inadeguate di fronte ad una contrazione della domanda occupazionale di questa portata.
Se la disoccupazione cresce è perché il sistema produttivo risente ancora pesantemente della crisi della domanda interna. Quale modo migliore di rilanciare la domanda interna che sostenere l'occupazione e, quindi, creare nuovi redditi?
Non dimentichiamo, inoltre, che rilanciare l'occupazione non significa solo restituire una prospettiva ai giovani e no che si trovano senza lavoro, ma vuol dire anche alleggerire gli oneri di cui le famiglie si fanno attualmente carico, sostenendo figli e nipoti privi di occupazione, con un costo che si può calcolare in 450-500 Euro mensili.
Per questo è indispensabile che il Governo agisca immediatamente avviando un Piano Straordinario per il Lavoro che preveda:
– il rilancio investimenti per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (in primo luogo per quanto riguarda le rete a banda larga);
– un serio programma per l'incentivazione e lo sviluppo del turismo, che sappia valorizzare l'inestimabile patrimonio di cui il nostro Paese dispone;
– un avvio di opere di modernizzazione delle infrastrutture e messa in sicurezza degli edifici pubblici, a partire da scuole e ospedali.