Il tasso di disoccupazione a febbraio si attesta all’11,5%.
Una ulteriore diminuzione, ma ancora modesta, di appena lo 0,2% rispetto a febbraio 2016.
“Sicuramente il tasso di disoccupazione si attesta su un livello ancora troppo elevato.” – sostengono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. – “È necessario e indispensabile cambiare passo, per segnare una vera svolta nel drammatico quadro occupazionale nel nostro Paese. “
Il lavoro è la vera priorità per il nostro Paese. Il punto da cui ripartire per ricostruire fiducia e prospettive.
Non bisogna sottovalutare, infatti, che la disoccupazione giovanile si attesta ancora su livelli elevatissimi al 35,2%. Al Sud addirittura, in alcune aree, supera la soglia allarmante del 60%.
Una situazione insostenibile, a cui il Governo deve porre urgentemente rimedio.
L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha infatti calcolato che, se il tasso di disoccupazione si attestasse ai livelli pre-crisi, quindi ad un 6% (che comunque a nostro parere è ancora eccessivo), il potere di acquisto delle famiglie registrerebbe un incremento di circa +40 miliardi di Euro l'anno.
Un simile incremento della capacità di acquisto delle famiglie sarebbe in grado di rimettere in moto la domanda interna, risollevando in tal modo la produzione, con effetti benefici, quindi, sull’occupazione.
Per questo è urgente che il Governo avvii un Piano Straordinario per il Lavoro, stanziando investimenti per la ricerca, lo sviluppo tecnologico, la messa in sicurezza e la modernizzazione delle infrastrutture.
Oltre ad agire sul fronte dello sviluppo, il Governo dovrebbe avviare interventi mirati alla preservazione ed alla valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico, per incentivare il turismo e qualificare l’offerta.
Inoltre, ci teniamo a ribadire che, se si vuole realmente far ripartire l’economia ed il mercato del lavoro, è fondamentale eliminare definitivamente la minaccia incombente delle clausole di salvaguardia. L’ipotesi di aumento dell’IVA, a regime, determinerebbe ricadute (dirette ed indirette) di +843 Euro annui a famiglia, con conseguenze drammatiche sull’intero sistema economico.