Siamo profondamente convinti della necessità di rimettere all'ordine del giorno del DDL Concorrenza la liberalizzazione dei farmaci di fascia C.
Invitiamo i cittadini a diffidare dalle affermazioni sulla scarsa sicurezza di un'operazione simile: nella maggior parte dei casi si tratta solo di goffi tentativi di difesa della lobby dei farmacisti.
Non dimentichiamo, infatti, che nelle parafarmacie e nei corner della salute i farmaci sono dispensati da farmacisti laureati esattamente come avviene nelle farmacie.
Nessun rischio per la sicurezza, quindi, semmai qualche rischio per i guadagni di farmacie e case farmaceutiche…
Si tratta della vendita di circa 4.000 farmaci, che includono molti tra quelli maggiormente acquistati, come alcuni noti antinfiammatori, ansiolitici e anticoncezionali, e che con minori prezzi potrebbero essere acquistati, ampliando opportunità e concorrenza.
Secondo le stime dell'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, infatti, in tal modo si otterrebbero risparmi di circa 42 Euro annui a famiglia: un beneficio significativo per i cittadini, soprattutto alla luce delle gravi difficoltà dell’attuale fase.
Avviare la liberalizzazione di tali farmaci non potrebbe, quindi, che giovare ai consumatori, attraverso una riduzione dei prezzi dei farmaci e un allargamento della rete distributiva.
Altra questione delicata riguarda l'acquisizione delle farmacie.
Infatti, laddove si consente a società di acquisire le farmacie, andrebbero fatte alcune specificazioni.
In particolare bisognerebbe porre delle limitazioni per garantire il rispetto della concorrenza e prevenire il verificarsi di possibili abusi, se non vere e proprie situazioni di posizioni dominanti. Nel dettaglio, ad esempio, è opportuno impedire a case e distributori farmaceutici di "accaparrarsi" le farmacie, favorendo al loro interno la vendita dei prodotti del proprio marchio.