In Comunicati, Telecomunicazioni

Stando a quanto si apprende da organi di stampa, Dazn sarebbe sul punto di bloccare l’opzione concurrency, che consente di visualizzare lo stesso contenuto contemporaneamente da due dispositivi diversi. Si tratta di una modifica unilaterale del contratto che, qualora venga confermata, avrà pesantissime conseguenze per gli abbonati: se da una parte è vero che la normativa vigente consente all’azienda di apportare variazioni al contratto consentendo però ai clienti la possibilità di recedere gratuitamente entro 30 giorni, occorre tenere presente che nel caso specifico la piattaforma si è aggiudicata i diritti sulla trasmissione delle partite di calcio di serie A. Ciò significa, quindi, che l’utente potrà sì avvalersi del diritto di recesso, senza tuttavia avere alcuna alternativa, proprio perché l’unica possibilità di visualizzare gli incontri è costituita dal live streaming su Dazn. La notizia aggiunge una ulteriore criticità alle già numerose problematiche che gli abbonati hanno riscontrato in questi mesi: com’è noto, fin dalla prima giornata di campionato si sono verificati blackout, interruzioni di video e altri disservizi che spesso hanno impedito a numerosi utenti di fruire del servizio. Ricordiamo inoltre che la società al momento adotta una Carta dei Servizi non discussa con le Associazioni dei Consumatori né formalmente approvata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Ancora una volta, dunque, Dazn mette in atto un comportamento se non del tutto illecito quantomeno irrispettoso nei confronti degli utenti, ai quali peraltro proprio in seguito all’aggiudicazione dei diritti sulla serie A, è stato applicato un consistente aumento del canone mensile.

Alla luce di tali premesse, Federconsumatori sta trasmettendo una richiesta di intervento non solo ad AGCOM – che peraltro ha appena avviato un procedimento finalizzato alla definizione di parametri di qualità proprio per la trasmissione in live streaming delle partite su Dazn – ma anche all’Autorità Antitrust, poiché la condotta dell’azienda finisce per ledere, di fatto, i princìpi basilari della concorrenza e della correttezza del mercato.

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