Era del tutto ovvio ed ampiamente prevedibile, purtroppo, il calo della fiducia dei consumatori a febbraio.
Dopo l'inesistente risalita registrata dall'Istat a gennaio, l'Istituto di statistica sembrerebbe tornato a rilevare tale dato in Italia e non più tra i ricchi villeggianti nei resort di Antigua.
Un andamento al ribasso inevitabile, specialmente alla luce di tutti i principali indicatori economici che, dalla contrazione dei consumi all'incremento della disoccupazione, sono tutti concordi nell'attestare il perdurare della situazione di profonda crisi vissuta dalle famiglie e dall'intera economia.
Non potrebbe andare diversamente: basti pensare che nel 2014, secondo le prime previsioni, per prezzi e tariffe ogni famiglia dovrà far fronte ad aumenti di 1384 Euro.
Una situazione a cui bisogna dare risposte immediate e concrete, in termini di un rilancio del potere di acquisto (diminuito del -13,4% dal 2008 ad oggi) e della ripresa dell'occupazione, specialmente per i giovani.
Questo attraverso un processo di detassazione per le famiglie a reddito fisso e la ripresa degli investimenti per lo sviluppo e la ricerca.
Bisogna vincolare a tali scopi tutti i ricavi derivanti da tagli a sprechi, inefficienze e privilegi, nonché quelli scaturiti da una seria e attenta lotta alla evasione fiscale.