In Comunicati, Politica Economica

Ci lasciano a dir poco interdetti le analisi del Presidente della BCE Mario Draghi sulla ripresa dell'economia italiana all'orizzonte.

Una ripresa che sarebbe trainata, adesso, "anche dalla domanda interna".

Ci chiediamo quali dati abbia avuto modo di visionare, dal momento che, nel nostro Paese, la domanda interna non accenna ad alcun miglioramento.

Basti pensare che, secondo i dati dell'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, negli ultimi 3 anni la contrazione dei consumi ha segnato percentuali da record: del -4,7% nel 2012, del -3,4% nel 2013, mentre nel 2014 si prevede un’ulteriore frenata del -1,1%. Nell’ultimo triennio, così, il calo dei consumi delle famiglie toccherà quota -9,2%.

Una diminuzione impressionante, che equivale ad una caduta della spesa delle famiglie di circa 65,7 miliardi di Euro.

"Di fronte a questo andamento, che va di pari passo con un allarmante incremento della disoccupazione, specialmente quella giovanile, qualsiasi ottimismo è del tutto prematuro." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.

A tutto ciò si aggiunge un'illogica ed intollerabile crescita dei prezzi. Seppure a nostro pare ancora sottostimata, secondo l'Istat l'inflazione a gennaio si è attestata allo 0,7%, si trova invece all'1,2% il tasso relativo al cosiddetto carrello della spesa. Vorremmo ricordare che la frenata del tasso di inflazione non vuole affatto dire che i prezzi stiano diminuendo. Significa semplicemente che rallenta la velocità con cui aumentano.

Proprio per questo ci stupisce e troviamo del tutto fuori luogo parlare di discesa dei prezzi.

 

Invitiamo quindi illustri economisti ad analisi più serie e precise. Siamo convinti, infatti, che addolcire la realtà non sia utile a nessuno. Anzi, rappresenta un rischio inutile, nonché un pericoloso alibi per evitare le misure necessarie a superare realmente la crisi.

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