E' chiaro come la ripresa sia ancora lontana. Con dati come quelli che certificano una disoccupazione generale del 12,7% (quella giovanile addirittura al 44,3) con una inflazione al minimo e con un PIL che probabilmente si attesterà quest’anno a uno 0,7% e a malapena all’ 1,5% nel 2016, ci fa dire che il Paese così non uscirà dalla crisi. Dati quindi che impongono di metter da parte ogni ottimismo ed operare invece con sano realismo.
Eppure i presupposti per una politica di rilancio ci sarebbero tutti. Mancano solo coraggio e volontà.
In primo luogo vi è un forte calo del costo del petrolio, che dall’anno scorso risulta più che dimezzato e ciò dovrebbe comportare, oltre ad una riduzione del prezzo dei carburanti, cosa che sta avvenendo in maniera del tutto insufficiente (dovrebbero scendere ancora per almeno 9 Cent/litro), una forte riduzione dei costi energetici a carico delle imprese con importanti aumenti di produttività delle stesse. Oltretutto le previsioni spingono a credere che questa riduzione di prezzo del petrolio diventi strutturale visto la diminuzione della domanda cinese e non solo, l’immissione sul mercato di prodotti come lo shale gas e il forte rientro nel mercato petrolifero dell’Iran.
Inoltre il tasso di cambio con il Dollaro che risulta particolarmente favorevole alle nostre esportazioni. Lo spread Bund – BTP ai minimi facendoci pagare minori interessi sul nostro debito pubblico. Il quantitative easing a disposizione per maggiori prestiti ed investimenti oltretutto con un costo del denaro ai minimi storici.
"Non ci sono più scuse. È ora di voltare pagina: il Governo deve aprire gli occhi e avviare immediati provvedimenti attraverso un Piano Straordinario per il Lavoro in grado di sfruttare questi elementi favorevoli, che offrono un vero e proprio trampolino per il rilancio del sistema economico italiano, che punti sulla ricerca e l’innovazione, sullo sviluppo tecnologico, sulle comunicazioni (banda larga in primis), sulle bonifiche territoriali e sulla messa in sicurezza dell’edilizia scolastica, nonché sulla realizzazione di infrastrutture utili al rilancio ed alla qualificazione dell'offerta turistica.” – dichiarano Rosario Trefiletti e Elio Lannutti.
Rilanciare gli investimenti per la ripresa significa rilanciare l'occupazione, specialmente quella giovanile in forte crisi. Questo creerà enormi benefici per l'intera economia: un giovane senza lavoro "costa" oltre alle mancate entrate, mediamente 400-450 Euro a famiglia al mese, famiglie che hanno perso il 13,4% del loro potere di acquisto e che contraggono fortemente i loro acquisti nel mercato deprimendo così ulteriormente l’economia.