Con dati come quelli che certificano la crescita del PIL allo zero virgola e con una disoccupazione generale del 12,7% (quella giovanile addirittura al 44,3) con una inflazione al minimo ci fa dire che il Paese così non uscirà dalla crisi. Dati quindi che impongono di metter da parte ogni ottimismo.
E' chiaro come la ripresa sia ancora lontana. Eppure i presupposti per una politica di rilancio ci sono tutti. Mancano solo il coraggio e la volontà sia da parte delle imprese ma sicuramente anche da parte del Governo
Calo del costo del petrolio con forte riduzione dei costi energetici a carico delle imprese,
tasso di cambio con il Dollaro particolarmente favorevole alle nostre esportazioni,
spread Bund – BTP ai minimi storici e un quantitative easing dovrebbero agevolare politiche espansive di investimento.
"Non ci sono più scuse. È ora di voltare pagina: il Governo deve aprire gli occhi e avviare immediati provvedimenti attraverso un Piano Straordinario per il Lavoro in grado di sfruttare questi elementi favorevoli, che offrono un vero e proprio trampolino per il rilancio del sistema economico italiano, che punti– sulla ricerca e l’innovazione, sullo sviluppo tecnologico, sulle comunicazioni a rete a banda, sulla messa in sicurezza degli edifici pubblici e del territorio, nonché sulla realizzazione di infrastrutture utili al rilancio ed alla qualificazione dell'offerta turistica.” – dichiarano Rosario Trefiletti e Elio Lannutti.
Rilanciare gli investimenti per la ripresa significa rilanciare l'occupazione, specialmente quella giovanile in forte crisi. Questo creerà enormi benefici per l'intera economia: un giovane senza lavoro "costa" mediamente 400-450 Euro a famiglia al mese, famiglie che hanno perso il 13,4% del loro potere di acquisto e che contraggono fortemente i loro acquisti nel mercato deprimendo così l’economia, su questo versante siamo nell’ultimo triennio a meno 10,7% con una diminuzione pari 78 Miliardi di Euro.