Il momento difficile e delicato che il Paese sta affrontando si è rivelato fondamentale per un complessivo ripensamento del sistema dell’istruzione e dell’organizzazione scolastica, in quanto ha mostrato e continua a mostrare i punti di forza, ma anche le debolezze e le fragilità di un sistema ancora incardinato su una visione passata e troppo poco improntata all’innovazione tecnologica.
La didattica a distanza è stata un successo dove gli alunni avevano possibilità di accedervi, ma ha drammaticamente rimarcato le disparità esistenti in un Paese ancora troppo diviso da differenze sul piano economico e sociale. Tema su cui il Governo dovrebbe porre maggiore attenzione, specialmente in questa fase.
Risulta alquanto controversa e discutibile, sul fronte dell’istruzione, la modalità con il Ministero ha bandito i concorsi, approfittando anche della situazione di emergenza. Il bando pubblicato per la selezione del personale docente, infatti, come hanno denunciato i sindacati, risulta modificato rispetto al testo presentato al CSPI – Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Questo denota una criticità nella procedura, secondo cui il testo avrebbe dovuto invece essere sottoposto nuovamente al Consiglio, aprendo le porte a possibili contestazioni.
Inoltre è necessario ed urgente pensare alla ripartenza: vista l’attuale situazione di emergenza dovuta alla pandemia, appare fortemente improbabile che a settembre si siano già espletate le procedure del concorso per la selezione del personale docente bandite ieri e siano disponibili i nuovi insegnanti, che dovranno ricoprire le cattedre vacanti e assicurare il servizio scolastico in conformità con le nuove disposizioni di distanziamento sociale e doppia turnazione.
Gli alunni, dopo aver terminato l’anno scolastico con la didattica a distanza (laddove possibile), si potrebbero trovare a settembre senza alcuni professori, come già accaduto lo scorso anno in occasione dell’avvio dell’anno scolastico.
Non avendo riaperto le graduatorie d’istituto e non avendo terminato i concorsi, i presidi dovranno probabilmente ricorrere nuovamente alla selezione tramite MAD (messa a disposizione), con un sovraccarico di lavoro e con il rischio di selezionare personale meno esperto e qualificato rispetto agli insegnanti precari, che hanno dovuto spendere soldi e tempo per aggiornare le proprie competenze in vista della annunciata riapertura delle graduatorie d’istituto, poi smentita.
In tale ottica, rinviare di un anno la procedura di aggiornamento delle graduatorie (prevista a giugno) a causa della crisi coronavirus è un grave errore: le scuole devono poter contare su graduatorie aggiornate con personale preparato, in modo da poter garantire a settembre una ripresa piena delle attività, senza minare ulteriormente il diritto allo studio di molti alunni, già messo in crisi dall’emergenza Covid-19.
L’aggiornamento è reso possibile da procedure telematiche, per cui devono essere stanziate le opportune risorse, in tutto il Paese. È necessario definire in tal senso una generale riorganizzazione del sistema scolastico con modalità moderne e aggiornate, che permettano di sfruttare le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, per incrementare l’efficienza e la rapidità delle procedure.