Dalle prime analisi appare lievemente sottostimato l'impatto degli 80 Euro in più in busta paga sui consumi nel 2014.
L'Istat calcola infatti una ricaduta positiva "minima" del +0,2%.
Ma se, come siamo convinti, quanto stanziato per incrementare le buste paga sarà destinato dalle famiglie interamente al consumo (e non è difficile crederlo viste le condizioni di forte difficoltà in cui si trovano le famiglie a reddito fisso) l'effetto, a prezzi costanti e in assenza di variabili recessive, potrebbe portare ad una ripresa dei consumi tra il +0,5 ed il +0,6%.
In ogni caso appare evidente che, per riavviare con decisione la ripresa economica occorre fare molto di più.
A maggior ragione dopo la forte contrazione dei consumi registrata in questi anni: solo nel biennio 2012-2013 pari al -8,1% secondo quanto rilevato dall'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori.
Bisogna estendere le misure di rilancio del potere di acquisto anche ai pensionati: basta con la sterile scusa che non metterebbero in circolo tali somme destinandole invece al risparmio. Nella situazione disperata in cui si trova la maggior parte di essi (basti pensare che secondo un recente studio dell'Istat il 42,6% vive con meno di 1.000 Euro al mese) il risparmio è solo un lontano ricordo.
"Inoltre bisogna intervenire con fermezza sul versante del lavoro e dell'occupazione, specialmente quella giovanile, avviando un piano straordinario per il lavoro che, oltre a creare nuova domanda occupazionale incida positivamente sulla crescita e sullo sviluppo del Paese." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Per questo è indispensabile che il Governo, oltre ai tagli agli sprechi ed ai privilegi operi una vendita di parte delle riserve auree (15-20%), ricavandone almeno 15 miliardi di Euro che si dovranno aggiungere ai fondi destinati a:
– la ripresa degli investimenti per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, a partire dalla banda larga nelle telecomunicazioni;
– la realizzazione di un piano per lo sviluppo e l'efficienza dell'offerta turistica del nostro Paese;
– un allentamento del patto di stabilità che consenta la realizzazione di opere infrastrutturali di modernizzazione e messa in sicurezza (in primis per quanto riguarda l'edilizia scolastica).