L’Istat stima a settembre una crescita delle vendite al dettaglio del +0,8% in valore e del +0,6% in volume. Sull’anno la crescita segna +5,3%in valore e +3,9% in volume. Crescono sia le vendite relative ai beni alimentari che quelle relative ai beni non alimentari, segnando un aumento più marcato in valore che in volume, sull’onda delle forti tensioni sui prezzi.
Un andamento incoraggiante che non deve però indurre a eccessivo ottimismo. Infatti i continui ed elevati aumenti dei prezzi, soprattutto dei beni energetici e dei prodotti alimentari a base di farine rischiano di riportare conseguenze negative sul potere di acquisto delle famiglie e, conseguentemente, sulla domanda interna.
Complessivamente, secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, solo considerando gli aumenti per energia, carburanti e pane, i cittadini vanno incontro ad aggravi di +551,84 Euro annui. Quello che ci preoccupa è che si tratta di rincari in settori vitali, che metterebbero in forte difficoltà in particolare i soggetti più vulnerabili.
Per questo abbiamo invitato l’Antitrust a verificare l’esistenza di fenomeni speculativi sia sui carburanti sia su pane e pasta, per scongiurare intese restrittive in grado di rendere ancora più gravi i danni per i cittadini.
In questa fase delicata è urgente che il Governo intervenga mettendo all’ordine del giorno una ormai improrogabile riforma del sistema di tassazione:
- sulle bollette, con una revisione e rimodulazione dei famigerati oneri di sistema;
- sui carburanti, con una revisione delle accise e l’adozione di un sistema di accisa mobile, in grado cioè di ridurre l’accisa al crescere del costo della materia prima;
- sui beni di primo consumo, con una riduzione delle aliquote.
È necessaria una riforma fiscale a tutto campo, che dovrà introdurre, inoltre, maggiori elementi di progressività, nonché la tassazione su grandi patrimoni e transazioni finanziarie.