In Casa, Comunicati


A fronte della bolla speculativa avvenuta dal 2001 al 2008 (con una crescita dei prezzi del +49%) la contrazione dei prezzi delle abitazioni del -10,4% negli ultimi 4 anni risulta ancora insufficiente.


A maggior ragione se si confronta tale parametro con l'andamento del reddito delle famiglie.


Basti pensare che, nel 2001, per acquistare un'abitazione di un appartamento-tipo, di 90 mq in una zona semicentrale di una grande area metropolitana "bastavano" 15,3 annualità di stipendio. Oggi ne occorrono 19,1. Il picco si è toccato nel 2007, quando per acquistare tale appartamento-tipo erano necessarie ben 20,1 annualità di stipendio.


A fronte della grave contrazione della domanda di abitazioni, dettata dalla profonda crisi del potere di acquisto delle famiglie, il loro prezzo dovrebbe scendere in maniera decisamente più marcata, di almeno il -18% rispetto ad oggi.

 


Per far ripartire il mercato immobiliare e per mettere le famiglie in condizione di non dover rinunciare ad un bene essenziale come la casa, oltre ad un ridimensionamento dei prezzi, è necessario operare una riduzione della tassazione (con la definizione di vere ed adeguate detrazioni per la TASI, che in assenza di queste ultime è una vera e propria stangata per i cittadini) ed avviare piani per l’edilizia popolare.

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