Un milione e mezzo di italiani ha ricevuto per errore il bonus di 80 Euro ed ora è chiamato a restituirlo.
Questa l'amara scoperta per molti contribuenti, che ne sono venuti a conoscenza solo in sede di dichiarazione dei redditi. Il bonus viene infatti attribuito dal datore di lavoro direttamente sulla busta paga, mese per mese, sulla base del reddito da lavoro del dipendente. Sta al contribuente dichiarare la presenza di altri redditi (pensioni, rendite da locazione o altro) che comportano uno sforamento dei parametri di accesso al bonus. Questo meccanismo ha fatto sì che a causa di errori, mancate comunicazioni o entrate impreviste, molti cittadini che non ne avevano diritto hanno ricevuto il bonus.
Quello che è grave, è che non solo il Governo avrebbe dovuto prevenire la possibilità del verificarsi di simili errori e mancati adeguamenti reddituali, ma soprattutto non può e non deve pretendere la restituzione in unica tranche di tali importi.
Ma ci sono anche i casi di chi è risultato incapiente, con un reddito sotto gli 8 mila euro.
Sono circa 341mila i contribuenti incapienti, che guadagnano talmente poco che non pagano imposte perché la detrazione fiscale per il reddito da lavoro dipendente supera l’ammontare di tasse che dovrebbero pagare, che non avrebbero dovuto ricevere il bonus e ora sono chiamati a restituirlo, per una cifra pari a circa 160 Euro a testa.
Una situazione insostenibile, quello che doveva essere un bonus per aiutare i cittadini si è trasformato nell'ennesimo salasso.
"Riteniamo che il Governo, responsabile di non aver previsto un meccanismo in grado di evitare questi gravi errori, debba farsi carico prima di tutto della situazione degli incapienti, senza addebitare loro alcun importo. Inoltre è fondamentale prevedere un sistema automatico di rateizzazione blanda per chi ha ricevuto indebitamente il bonus." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adsusbef.