Negli ultimi tempi abbiamo visto una vera e propria caduta libera della quotazione del Petrolio, che oggi si attesta a circa 30 Dollari al barile. Un valore simile non si vedeva da lontano gennaio 2009. Allora le quotazioni si attestavano a 34,08 Dollari al barile e la benzina costava 1,13 Euro al litro. Oggi, tenendo conto della perdita di forza del cambio Euro-Dollaro, dell'aumento delle accise sui carburanti (allora si attestavano a 56,4 centesimi al litro, oggi a 72,8 centesimi), nonché l'incremento dell'IVA, l'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori – ha calcolato che il costo della benzina si trova comunque 6 centesimi oltre il livello a cui si dovrebbe attestare. Concretamente tale maggiorazione si traduce in un pesante aggravio sulle tasche dei cittadini, pari a ben +72 Euro annui in termini diretti (vale a dire per i pieni di carburante) e a +59 Euro annui in termini indiretti (a causa all'impatto del costo dei carburanti sui prezzi dei beni di prima necessità che, nel nostro Paese, sono distribuiti per l'86% su gomma). Il totale ammonta a +131 Euro annui. A pesare su tale andamento concorre in maniera determinante la componente fiscale, che tra accise ed iva incide per una cifra spaventosa di 1 euro al litro. "È ormai divenuto insopportabile il monte tasse sulla benzina, che sta arrivando al 70% del prezzo totale del carburante." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti. Un andamento del tutto inaccettabile, che richiede un intervento dell’Esecutivo affinché le accise siano ritoccate al ribasso immediatamente di almeno 5 cent al litroin una prima fase, per poi intervenire in termini strutturali con ulteriori riduzioni di almeno 10 cent al fine di riportare la tassazione nelle medie europee. In mancanza di ciò il Governo lucrerebbe,come se fosse una ottava Compagnia Petrolifera, ingenti risorse dalle tasche dei cittadini già toccati in misura micidiale nel loro potere di acquisto.