La decisione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato di aprire una indagine con l'obiettivo di verificare se esista un'intesa restrittiva della concorrenza tale da limitare la competizione tra le banche a svantaggio degli esercenti e dei consumatori finali, è doverosa per contrastare l’avidità delle banche e le lamentazioni indegne di banchieri, che fanno pure finta di stracciarsi le vesti per l’elevato uso del contante, pari in Italia all’85% delle transazioni (ed una spesa con le carte di 2.350 euro a persona), contro il 59% della media europea.
Adusbef e Federconsumatori, aduse a non fiancheggiare subdolamente le richieste di banche, Abi e consorzio Bancomat (al contrario di altri soggetti che dovrebbero tutelare i consumatori), valutano positivamente i tagli ai costi di bancomat e carte di credito proposto nei giorni scorsi dalla Commissione Europea al Parlamento Europeo, entro i limiti dello 0,2% per il bancomat, lo 0,3% per le carte, contro lo 0,7% della commissione interbancaria praticato in Italia, auspicandone una rapida approvazione.
L’Italia vanta il triste primato di costi dei conti correnti, pari a 348 euro l’anno contro 114 euro della media europea, continui balzelli che spuntano all’improvviso nella giungla tariffaria di costi, come la nuova commissione interbancaria, applicata dal 3 gennaio 2014 nella misura di 0,10 euro, relativa al pagamento con carta di debito PagoBancomat di bollette ed altre fatture commerciali effettuato presso un esercente incaricato della riscossione dal creditore/beneficiario che ha emesso il bollettino/fattura, in aggiunta alle scandalose ed elevate commissioni del Pagobancomat pari a 0,11 euro per gli acquisti composta a una percentuale variabile dello 0,1542% a transazione, che su ogni di 100 euro, offre un ricavo di 27 centesimi.
Senza contare le spese di emissione e di gestione annua di Bancomati e Carte di Credito, che vanno da un minimo di 11 euro fino a 35 euro, un business certo per i gestori, un salasso vero per esercenti e consumatori, che proprio per questo sono costretti ad utilizzare il denaro contante e ‘frusciante’ per effettuare i pagamenti.